mercoledì 30 settembre 2015

Papa Francesco: Laudato Sì / 2




La cultura ecologica non si può ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo al degrado ambientale, all’esaurimento delle riserve naturali e all’inquina­mento. Dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del para­digma tecnocratico. Diversamente, anche le mi­gliori iniziative ecologiste possono finire rinchiuse nella stessa logica globalizzata. Cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta, significa isolare cose che nella re­altà sono connesse, e nascondere i veri e più pro­fondi problemi del sistema mondiale.

È possibile, tuttavia, allargare nuovamente lo sguardo, e la libertà umana è capace di limita­re la tecnica, di orientarla, e di metterla al servi­zio di un altro tipo di progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale. La liberazione dal paradigma tecnocratico imperante avviene di fatto in alcune occasioni. Per esempio, quando comunità di piccoli produttori optano per sistemi di produzione meno inquinanti, sostenendo un modello di vita, di felicità e di convivialità non consumistico. O quando la tecnica si orienta pri­oritariamente a

martedì 29 settembre 2015

Morgan, ritorno a Bluvertigo: video del nuovo singolo “Andiamo a Londra”



Dopo quattordici anni Morgan e i Bluvertigo tornano a fare musica insieme. Questo il video – liberamente ispirato alla performance di Iggy Pop e David Bowie “Fun Time” – del singolo “Andiamo a Londra” che  anticipa il nuovo album ‘Tuono – Tono, Tempo, Suono’ in uscita nel 2016.

Marcello Esposito: Sanità e sprechi, Renzi sta sbagliando tutto



da: http://www.linkiesta.it/

Le proposte che il governo inserirà nella legge di stabilità non sono né di destra, né di sinistra: sono inefficienti, illiberali, ingiuste
Il modo con cui il governo Renzi ha deciso di combattere gli “sprechi” nella sanità non è di destra o di sinistra: è sbagliato, da qualunque parte lo si guardi. È controproducente perché mina il rapporto di fiducia tra i medici e i pazienti. È illiberale, perché prevede l’inversione dell’onere della prova a danno della parte debole, il paziente. È anti-democratico, perché non è basato su dati o evidenze empiriche che siano state messi a disposizione dell’opinione pubblica e che siano stati oggetto di un dibattito aperto e trasparente. È economicamente inefficiente, perché rischia di infliggere un colpo mortale ad una delle poche eccellenze del settore pubblico e dell’economia italiana. È ingiusto, infine, perchè aumentando le diseguaglianze, depotenzia l’effetto di inclusione sociale che il sistema sanitario universale ha consentito di realizzare in Italia.

La lotta alle prescrizioni inutili non si fa con un meccanismo sanzionatorio per i medici
Andiamo con ordine. È corretto combattere l’uso eccessivo e inutile di farmaci e diagnostica. È corretto rendere i medici e i pazienti più consapevoli dei vantaggi

Ognuno di noi si sarebbe potuto chiamare Federico Aldrovandi


da: http://www.glistatigenerali.com/ - di Francesca Mandelli

Ognuno di noi si sarebbe potuto chiamare Federico Aldrovandi. Non c’è un modo per ricordare Federico, se non quello di raccontare la sua storia, dieci anni dopo.


Chi era Federico Aldrovandi
Avevo solo diciotto anni Federico Aldrovandi, ed era un ragazzo, un figlio, un fratello. Viveva a Ferrara.

Com’è morto Federico Aldrovandi
La notte del 25 settembre 2005, dopo una serata trascorsa nel locale Link a Bologna, Federico si fa lasciare dagli amici vicino Viale Ippodromo a Ferrara per raggiungere a piedi casa. Il ragazzo incontra qui la volante della Polizia di Stato con a bordo gli agenti Enzo Pontani e Luca Pollastri, che lo fermano per un controllo. Federico ha assunto modeste quantità di stupefacenti e alcolici, ma i testimoni lo ricordano tranquillo. I due agenti chiamano invece i rinforzi,

lunedì 28 settembre 2015

Canal Grande, di Antonio Dipollina: Il giovane Montalbano, seconda stagione



da: la Repubblica

Rimane curioso l’esperimento de Il giovane Montalbano (Raiuno, il lunedì la seconda stagione). In pratica è una clonazione di personaggi e attori che ringiovaniscono e si muovono sempre nell’ambiente favolistico di una Sicilia simbolica, via i già rari telefonini e largo agli autobus per Palermo che invece invecchiano. Michele Riondino e gli altri (recitazione sopra la media delle fiction nostre, fotografia idem) si danno parecchio da fare. Certi caratteri sono più delineati (il giovane Fazio per quanto è efficiente sembrerebbe destinato a mangiare in testa al commissario in futuro, e invece…), tra i personaggi minori

Guglielmo Pepe: Un politica punitiva contro medici e malati



da: http://pepe.blogautore.repubblica.it/

Per decine di anni si è pensato che le prestazioni fornite dal Servizio sanitario nazionale fossero tutte utili per prevenire le malattie, per curarle. Adesso invece scopriamo che un certo numero, 208, non sono sempre necessarie.
Per molto tempo la sanità si è basata sui livelli essenziali di assistenza, i Lea, ora invece viene fatto intendere che, per tanti casi, si tratta di uno strumento desueto.
Per lunghi mesi ci è stato poi raccontato che non si fanno tagli sulla salute, e invece prima "scompaiono" 2,35 miliardi di euro dal Fondo nazionale 2015, in seguito almeno 3 miliardi non entreranno nel "bilancio" 2016 (i mancati aumenti o adeguamenti del Fondo sono tagli: almeno su questo non prendiamoci in giro).
Una volta pensavamo che il colesterolo andava controllato ogni tanto, ora invece devono passare cinque anni prima di poterlo nuovamente misurare, ma nel frattempo un po' di grasso nelle vene si sarà sicuramente accumulato fino a comportare rischi seri per il paziente...

Papa Francesco all’ONU, il minimo assoluto per la dignità umana: casa, lavoro e terra




dal sito del Vaticano

Incontro con i membri dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite
Sede Centrale delle Nazioni Unite, New York - Venerdì, 25 settembre 2015

Signor Presidente, Signore e Signori, buongiorno!
Ancora una volta, seguendo una tradizione della quale mi sento onorato, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha invitato il Papa a rivolgersi a questa onorevole assemblea delle nazioni. A mio nome e a nome di tutta la comunità cattolica, Signor Ban Ki-moon, desidero esprimerLe la più sincera e cordiale riconoscenza; La ringrazio anche per le Sue gentili parole. Saluto inoltre i Capi di Stato e di Governo qui presenti, gli Ambasciatori, i diplomatici e i funzionari politici e tecnici che li accompagnano, il personale delle Nazioni Unite impegnato in questa 70.ma Sessione dell’Assemblea Generale, il personale di tutti i programmi e agenzie della famiglia dell’ONU e tutti coloro che in un modo o nell’altro partecipano a questa riunione. Tramite voi saluto anche i cittadini di tutte le nazioni rappresentate a questo incontro. Grazie per gli sforzi di tutti e di ciascuno per il bene dell’umanità.

sabato 26 settembre 2015

I tedeschi non si smentiscono mai, anche nelle truffe sono i migliori: Volkswagen, 11 milioni di auto taroccate



da: Internazionale

Undici milioni di Volkswagen avevano il software truccato 


L’accusa
Il 18 settembre la Environmental protection agency (Epa) degli Stati Uniti, cioè l’agenzia federale che vigila sul rispetto delle leggi e degli standard ambientali, ha accusato la casa automobilistica tedesca Volkswagen di aver falsificato i dati sulle emissioni inquinanti di alcuni modelli con motore diesel.

Questi modelli, a marchio Volkswagen e Audi, dispongono di un software che secondo l’Epa trucca i test ambientali: si tratta di un sistema capace di rilevare in che momento la macchina è sottoposta ai test sulle emissioni, in modo da tenere attivo il sistema di limitazione dei gas tossici solo in quel lasso di tempo. Negli altri momenti, è l’accusa dell’Epa, i veicoli inquinano molto più di quanto comunicato dalla casa produttrice. Nello specifico, rispetto a quanto dichiarato, dai tubi di scappamento di quelle macchine esce il 40 per cento in più di monossido di azoto, una sostanza che provoca asma e malattie respiratorie.

Marco Travaglio: “Denis Creator”



da: Il Fatto Quotidiano

Ma gli autori della nuova Costituzione Italiana sono italiani? E, se sì, in che lingua parlano e scrivono?
La domanda sorge spontanea se si leggono, per esempio, i commi 2 e 5 dell’articolo 2 del ddl costituzionale Boschi & C. sul nuovo Senato. Il comma 2 riguarda chi elegge i senatori ed è già stato approvato con “doppia conforme” (testo identico) a Palazzo Madama e a Montecitorio, dunque il governo non vuole toccarlo neppure sotto tortura: “I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori”.
Il comma 5 invece riguarda la data di scadenza: “La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali nei quali sono stati eletti”. Siccome nella prima versione del Senato si dice “nei quali” e in quella della Camera “dai quali”, non c’è stata doppia conforme, dunque il governo – bontà sua – concede che il comma 5 venga emendato: infatti è lì che vuole riversare l’emendamento Boschi-Finocchiaro per accontentare la sinistra Pd che chiede il Senato elettivo.

mercoledì 23 settembre 2015

Papa Francesco: Laudato Sì / 1




L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti. Chi ne possiede una parte è solo per amministrarla a be­neficio di tutti. Se non lo facciamo, ci carichiamo sulla coscienza il peso di negare l’esistenza degli altri. Per questo i Vescovi della Nuova Zelanda si sono chiesti che cosa significa il comandamen­to “non uccidere” quando « un venti per cento della popolazione mondiale consuma risorse in misura tale da rubare alle nazioni povere e alle future generazioni ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere».

CAPITOLO TERZO
LA RADICE UMANA DELLA CRISI ECOLOGICA

A nulla ci servirà descrivere i sintomi, se non riconosciamo la radice umana della crisi eco­logica. Vi è un modo di comprendere la vita e l’azione umana che è deviato e che contraddice la realtà fino al punto di rovinarla. Perché non pos­siamo fermarci a riflettere su questo? Propongo pertanto di concentrarci sul paradigma tecnocra­tico dominante e sul posto che vi occupano l’es­sere umano e la sua azione nel mondo.

I. La tecnologia: creatività e potere

L’umanità è entrata in una nuova era in cui la potenza della tecnologia ci pone

lunedì 21 settembre 2015

Le Regioni sono un disastro, e noi affidiamo loro il Senato



da: http://www.linkiesta.it/
Tutti a discutere di eleggibilità o meno dei senatori, ma il problema è un altro: che si dà ancora più potere agli enti regionali
di Francesco Cancellato

La provocazione è attribuita al premier Matteo Renzi: «Non volete la riforma costituzionale così com’è? Allora abolisco il Senato e ci faccio un museo». E ok, il premier l’ha smentita a stretto giro, ma tanto è bastato per denudare il re e scatenare un dibattito parallelo. «Perché no?», si chiede qualcuno. Se monocameralismo dev’essere, che lo sia davvero.

Sottotraccia, ma nemmeno troppo, la convinzione è che il Senato delle autonomie, così dovrebbe chiamarsi, sia una specie di paracadute per un pezzo di classe politica, che sia un modo per far uscire le poltrone dalla porta e farne rientrare un terzo dalla finestra. Non solo: le competenze di tale, nuova, Camera appaiono del tutto accessorie e vaghe: il “raccordo” tra lo Stato e gli enti territoriali. la “formazione” e l’“attuazione” degli atti normativi dell’Unione europea, l’“attività di verifica” dell’attuazione delle leggi dello Stato e la “valutazione dell’impatto” delle politiche pubbliche sul territorio. Se lo chiamassero il Senato delle varie ed eventuali, farebbero prima.

sabato 19 settembre 2015

Antonello Caporale: Colosseo, come si costruisce una realtà di comodo



da: Il Fatto Quotidiano

Sul Colosseo è stata edificata, nel breve giro di qualche ora, una monumentale fabbrica della manipolazione. L’assemblea sindacale indetta dai custodi, convocata secondo le regole e concordata con la Soprintendenza nel rispetto delle norme, è stata trasformata in un selvaggio teatro di nullafacenze, di distruttori della buona Italia, di cattivi cittadini che pensano solo a sdraiarsi al sole. La quantità di bugie immesse in un solo pomeriggio per costruire una realtà di comodo non ha paragoni. Il sindaco di Roma è riuscito a parlare di sfregio alla democrazia, il premier di sentimento anti italiano, il ministro della Cultura di una disgrazia.
Hanno voluto trasformare tutti i lavoratori in infaticabili fannulloni e annunciare, tra l’applauso beota di chi vomita solo slogan, annunciando un decreto vuoto e ammettendo ciò che ieri era stato taciuto. Cioè che da un anno ai lavoratori non vengono corrisposti né gli straordinari né i festivi.
Un governo decente, serio, responsabile e un ministro decente, serio e responsabile avrebbero dovuto spiegare e però dimostrare coi fatti, prima di attivare la grancassa mediatica, che quei lavoratori sono in realtà dei fannulloni, che l’assemblea sindacale è uno schermo dietro cui si nascondono migliaia di corpi vuoti, di gente che ruba lo stipendio. E avrebbe dovuto anche spiegare

Marco Travaglio: Venduti e comprati



da: Il Fatto Quotidiano

Ma se le stesse cose le facesse Berlusconi? Il nostro titolo di ieri è uno dei ritornelli più ricorrenti, nelle conversazioni di chi ancora parla di politica. La risposta è sottintesa: se al posto di Renzi ci fosse B., verrebbe meritatamente lapidato, insultato e bruciato in effigie dal popolo della sinistra e anche da chi di sinistra non è, ma semplicemente tiene alla Costituzione e a un minimo di decenza istituzionale.
Però forse la domanda è mal posta, perché B. ha già fatto le stesse cose – dall’abolizione dell’articolo 18 al bavaglio alla schiforma della Costituzione – che Renzi sta semplicemente rifacendo: solo che a B. non furono consentite da una mobilitazione dell’opinione pubblica, orientata e incanalata dalla stampa progressista, che invece oggi tace o acconsente, permettendo allo Spregiudicato di completare l’opera lasciata a metà dal Pregiudicato.

Ieri Il Tempo ha raccolto una strepitosa antologia di quello che si diceva e si scriveva nel dicembre 2010, quando B. comprava senatori un tanto al chilo per rimpiazzare i finiani in fuga, esattamente come sta facendo Renzi per riempire il vuoto della sinistra Pd con verdiniani, fittiani, tosiani, alfaniani, ex grillini e gruppimisti, promettendo rielezioni future e poltrone attuali (la stessa merce di scambio usata da B. cinque anni fa). Con l’aggravante che oggi il mercato delle

giovedì 17 settembre 2015

Squadra Antimafia 7, seconda puntata: l’appeal è solo in Rosy Abate e Calcaterra…..





Può essere che ricordi male, ma gli sceneggiatori e i registi di Squadra Antimafia scrivono e girano la stagione successiva quando ancora non è in onda o sta per andarci quella attuale. Ecco perché non hanno tempo e modo di correggere certi errori e incongruenze. Che così proseguono da una stagione ad un’altra.
Pertanto, anche questa settima stagione è iniziata con gli immortali, con le budella fuori e con Calcaterra immune da setticemia, per non dire altro. Come già scritto l’anno scorso: ok che è fiction ma che centra la finzione con l’approssimazione?

Mi tocca  comunque prendere atto che stiamo andando verso la fantascienza, ma..vivaddio….
E’ mai possibile che uno che fa il palo per il clan dei Maglio, arrivi con la moto, la parcheggi, non si guardi manco intorno (del resto…i pali fanno così) perché se girasse di mezzo grado l’occhio vedrebbe una macchina. E allora? Allora c’è che nella macchina ci stanno delle persone. Tu che fai il palo, che aspetti che arrivano i killer, non ti guardi manco intorno per vedere se c’è qualcuno che può vedere. Non foss’altro perché devi sparare anche ai testimoni. Sarà che sono perfezionista, ma certe scene fanno ridere.

Accoglienza e integrazione per i profughi: presidio No Borders a Ventimiglia




Frontiera di chi sogna un futuro
In Liguria un luogo di accoglienza autogestito dove persone in attesa di una vita nuova non riescono ad arrivare in Francia a causa delle  frontiere chiuse con l’Italia. 
di Elisa Palagi

Lo chiamano “la bolla” perché, al suo interno, tutto è diverso. Nel presidio permanente No Borders di Ventimiglia accoglienza, integrazione, collaborazione, processi decisionali condivisi sono alla base della vita quotidiana. Per capirlo bastano pochi minuti in questo preziosissimo campeggio autogestito, nato lo scorso 12 giugno sul lato italiano della frontiera con la Francia di Ponte san Ludovico. Lo spiega subito un’attivista: «Qui tutto si fa insieme».

Non tutti i ventimigliesi conoscono il presidio, o almeno non tutti forniscono volentieri le indicazioni per raggiungerlo. Ma una volta arrivati lo spirito che lo anima è chiaro: italiani, francesi e africani provenienti soprattutto dal Sudan si attivano subito per aiutarci a scaricare l’acqua e le provviste che abbiamo in macchina. Fervono i preparativi per il pranzo. «Ieri il macellaio ci ha regalato

Majid Rafizadeh: “L’Europa invece di agire in Siria continua a fare troppa retorica”




Parla Majid Rafizadeh, politologo, presidente dell'International American Council on the Middle East: "La Russia agisce per prepararsi al negoziato"
di Davide Vannucci

In agosto Qassem Soleimani, il capo delle forze Al Quds, le milizie iraniane che operano all’estero, ha incontrato a Mosca Vladimir Putin. Secondo alcune fonti di stampa, proprio allora sarebbe stato pianificato quel massiccio invio di mezzi e personale militare russo in Siria che, avviato la scorsa settimana, sta allarmando l’Occidente.

Majid Rafizadeh, politologo, accademico di Harvard, presidente dell’International American Council on the Middle East, vede nelle mosse di Russia e Iran, padrini di Assad, "solo" un modo per negoziare il futuro della Siria da una posizione di forza.

L’Occidente si chiede se Mosca abbia intenzione di impegnarsi sul campo oppure se stia semplicemente proteggendo l’enclave alawita, e quindi i propri interessi sulla costa, in vista di possibili colloqui tra il regime e l’opposizione.
L’obiettivo principale del governo russo è quello di preservare i propri interessi

mercoledì 16 settembre 2015

Marco Travaglio: Il collega Lucianone



Eh…sì…dati i “precedenti” di Moggi, che Travaglio ricorda nel suo editoriale, era ora che gli fosse riconosciuta la qualifica di “giornalista pubblicista”….meglio tardi che mai…


da: Il Fatto Quotidiano

La notizia è di quelle destinate a gonfiare di orgoglio il cuore di tutti gli appassionati della libera informazione: da ieri Luciano Moggi è giornalista pubblicista, con tanto di tesserino verde dell’Ordine consegnatogli alla veneranda età di 78 anni in una breve ma toccante cerimonia nella città di Torino,dove fino al 2006 dispiegò tutto il meglio della sua etica sportiva. Poi i noti giacobini della giustizia sportiva lo radiarono dalla Federcalcio, e fu allora che scoprì la sua vocazione giornalistica, scrivendo commenti per Libero e per il sito del settimanale ciellino Tempi e facendo l’opinionista alla radio (Manà Manà) e in tv (Sportitalia). “Mi hanno vestito di bianconero, ma questo non mi esime dallo scrivere cose negative sulla Juventus – ha commentato il novello giornalista, fresco di promozione –, in ambito sportivo non sempre le cose vengono raccontate come sono realmente accadute”.
Poi ha lanciato un severo monito all’intera categoria, richiamandola ai più profondi valori della deontologia professionale: “Spero di essere un giornalista

Talent show (o presunti tale): Scanu & C., le giovani stelle brillano per una stagione



da: la Repubblica
La scomparsa dei talenti. Dopo il successo a X Factor, Amici e The Voice pochi restano. In molti sono dimenticati
di Carlo Moretti

Hanno brillato come stelle ma solo per una stagione. Avevano quel talento nella voce che ormai tutti chiamano X Factor, così li hanno catapultati sul palco a cantare da protagonisti e a incantare le folle. Poi però il sole s'è spento e sui vincitori si è allungato un cono d'ombra: prendi la bella voce soul del primo vincitore del primo X Factor in Inghilterra, Steve Brookstein, oggi non se lo ricorda più nessuno. Era il 2004: il suo primo disco vendette 150 mila copie, il secondo l'anno dopo una miseria: 3 mila e 500. Dieci anni di silenzio, poi nel 2014 Brookstein è riemerso solo grazie all'aiuto di uno zoccolo duro di fan che ha voluto finanziare il suo terzo album, ironicamente intitolato Forgotten man, l'uomo dimenticato. Ci ha scherzato su, ma mica poi tanto: in un libro-denuncia uscito alla fine del 2014, Getting over the X ( Oltre la X ), Brookstein racconta la discesa agli inferi dopo la vittoria a X Factor , mentre tutta la stampa e le case discografiche gli voltavano le spalle: "Ho avuto tra le mani la materia di cui sono fatti i sogni, ma si è trasformata nel peggiore degli incubi".

Non sarà un incubo, ma il problema della visibilità nel dopo talent si ripete

Paolo Rodari: I messaggi del Papa alla gerarchia che resiste al cambiamento


da: la Repubblica

Quando Francesco parla, parte sempre dalla propria esperienza. Perché si è confrontato con più persone e da buon gesuita, ha fatto discernimento. Così, quando nell'intervista ad Aura Vistas Miguel chiede ai conventi divenuti alberghi di pagare le tasse, mostra di avere in mente situazioni precise.
Fu nel settembre del 2013 che andò in visita al Centro Astalli di Roma dove ogni giorno si accolgono rifugiati. Disse che alla Chiesa non servono conventi vuoti. E che molti potevano aprire le proprie porte ai rifugiati. «Quali risultati ci sono stati?», le ha chiesto la giornalista portoghese. «Quattro solamente», ha spiegato il Papa. Forse deluso da una risposta così avara.

Accanto a istituti religiosi che vivono fino in fondo la propria missione di servizio agli ultimi, ve ne sono altri che rischiano di smarrirsi, pensando principalmente a come fare cassa. Non è uno stile che piace al Papa. Facciano come vogliono, ma almeno paghino le tasse. C'è oggi una Chiesa che resiste, non tanto a Francesco, quanto al Vangelo di Gesù, secondo cui il giorno del giudizio finale ognuno sarà giudicato non su quanto è stato coerente, ma se ha dato da mangiare agli affamati, se ha accolto gli ultimi. «E quando sono stato senza

Cosa si nasconde dietro la crescita dei consumi



da: Lettera 43

L'Italia torna a spendere. Merito degli sgravi, dice Renzi. Ma la realtà è un'altra: aumentano i prestiti del 24%. Così i cittadini si indebitano. E l'Erario guadagna.
di Francesco Pacifico

Da formiche a cicale. Da grandi risparmiatori a spendaccioni in cerca di emozioni effimere.
Anche perché c'è chi (il mondo bancario) è disposto a sostenere questa tendenza e introdurre in Italia la stessa pericolosa abitudine che ha spinto l'America nella crisi più profonda dell'era moderna: vivere oltre i propri mezzi e comprare cio che non ci si può permettere.
CONSUMI IN CRESCITA DELLO 0,3%. Dietro la ripresa del Pil nel secondo trimestre (+0,3% a livello mensile, +0,7 annuo) ci sono soprattutto i consumi. Dopo circa tre anni le famiglie sono tornate a spendere (+0,3 congiunturale) al punto che due terzi della ripresa è stata sostenuta proprio dai loro acquisti.
In maniera così profonda che, scrutando i dati dell'Istat, le importazioni (+2,2%) hanno superato le esportazioni (+1,2), l'industria è rimasta al palo, l'agricoltura è crollata (-1,1), mantenendo in positivo soltanto i consumi (+0,3), vista la 'domanda' di turismo e di altri servizi alla persona.

martedì 15 settembre 2015

TV, nella nuova stagione il pubblico non si muove. Novità solo dal telecomando


da: Il Fatto Quotidiano
di Stefano Balassone

A guardare la prima settimana il 2015-2016 sembra una “stagione-bis”. Su Rai1 Tale e Quale e Ti lascio una canzone, su Canale5 Tu sì que vales Il Segreto, con i suoi 3,5 milioni di affiliati dovunque e comunque venga piazzato. A Quinta Colonna Paolo Del Debbio ha ritrovato il suo milione e mezzo di proseliti più o meno indignati, ma senza catturare quelli che preferivano Piazza Pulita (che pare finisca al giovedì dove agiva Santoro). Anche Ballarò di Giannini ha ritrovato il solito 6,5% di share nonostante la temporanea assenza di Floris che arriverà solo domani. E così anche il Virus di Porro, che conferma il 4,5% che otteneva nella passata stagione convivendo con Santoro. I pubblici, in altre parole, paiono impermeabilizzati.

L’innovazione, se proprio ci teniamo, la troveremo, più nel sistema che nei programmi. Si veda l’acquisizione del tasto 9, quello di Deejay, da parte di Discovery, e cioè un player televisivo globale che proprio grazie alle spalle larghe, si è ritrovata fra le mani la finale tra Pennetta e Vinci, e per di più, in pieno prime time del sabato. Così l’evento ha accelerato nel pubblico (e, a giudicare lo sbalzo degli ascolti durante e dopo il match, specialmente tra la

lunedì 14 settembre 2015

Parola di boy scout, Matteo Renzi: “se vinco le elezioni, sarà l’ultimo mandato”


 

Matteo Renzi, di ritorno da New York dove ha assistito alla storica finale del tennis femminile tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci, ricompare in tv. A ‘Otto e mezzo’. E alla Gruber dichiara: se alle prossime elezioni sarò eletto sarà l’ultimo mandato.

Capito…
Ci conviene eleggerlo. Così il fanfarone torna a casa.
Per quanto….
Non passa giorno che Renzi non dica o faccia il contrario di ciò che ha detto o fatto il giorno prima, il mese prima, un anno prima. Ergo: rischiamo di trovarcelo anche per il terzo, quarto, quinto mandato…

Fiction Rai, Il Giovane Montalbano 2: video promo

RaiUno, fiction: Il giovane Montalbano 2, quattro buoni motivi per vederlo



da: TV Sorrisi e Canzoni

Da lunedì 14 settembre andrà in onda su Rai 1 la seconda serie de il giovane Montalbano, la serie tratta dalle opere Camilleri che narra le vicende del commissario trentenne, andiamo a vedere perché ci piace e alcune anticipazioni
di Ilaria Perrone


 
Michele Riondino
Il primo motivo per cui vale la pena vederlo è lui, chiunque al confronto con l’interpretazione di Luca Zingaretti avrebbe faticato ad entrare nel personaggio, nel cuore delle persone e del loro immaginario che vede l’attore Zingaretti e Montalbano una cosa sola. Riondino è perfetto, credibile, spiritoso e incredibilmente sexy. Non ripete lo stereotipo di un personaggio, non va ad accavallarsi alla sua versione matura, ma lo ricaratterizza e dona entusiasmo, impulsività e slancio. Non si può fare a meno di amarlo.
La storia con Livia
Se nella versione adulta la storia con Livia è meno protagonista, un elemento che resta in sottofondo, in questa serie, al contrario, diventa una parte molto

Madrugada: video, The Riverbed

Renzi, il Fanfarone (e non solo): vendesi poche auto blu, comprare…. aereo di Stato



da: http://www.dazebaonews.it/

Renzi compra un nuovo aereo di Stato
di C.Alessandro Mauceri

 
Qualche mese fa, per dimostrare la propria voglia di attuare la riduzione della spesa pubblica, la famosa spending review, il premier Renzi comunicò la decisione del governo di mettere in vendita molte auto blu.
Un settore, quello delle auto blu (o grigie, come vengono chiamate alcune delle auto utilizzate da politici e simili), che da molti anni fa dell’Italia lo zimbello del pianeta: in un paese dove le famiglie cercano di elemosinare la spesa e dove si fa di tutto per economizzare, la pubblica amministrazione è quella che dispone del più vasto parco auto del mondo. Un sistema che, ovviamente, comporta un costo spaventoso per i contribuenti. E proprio per questo motivo, il “nuovo che avanza” decise di dare un segno della “nuova” politica che intendeva introdurre e promise di ridurre sensibilmente i costi per i trasporti e di ridurre il parco auto. Promise di metter e in vendita molte delle auto blu ingiustificate (come le Maserati in dotazione alle Forze Armate) o obsolete e anche i ministeri

Alessandro Gilioli: “Bruno Vespa, Enzo Biagi e il contesto”




Bravo e acuto, Gilioli. Ciò che ha fatto Bruno Vespa non è stato intervistare i Casamonica ma decontestualizzarli. L’esatto contrario di ciò che farebbe un corretto giornalista. Come Enzo Biagi, indegnamente nominato da Vespa come paragone.
Ma che poteva fare il “sempreverde” Bruno Vespa. Non è un giornalista. E’ un allegato al sistema politico costituito. Per questo sopravvive ad ogni non cambiamento politico e culturale. 


da: http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/

Credo che Bruno Vespa conosca bene il mezzo televisivo: le sue scaltrezze, i suoi messaggi non detti talvolta più potenti di quelli espliciti.
Per questo penso che il paragone con cui si è difeso rispetto all'ospitata dei Casamonica («Anche Biagi ha intervistato Buscetta e Sindona») sia in malafede. Solo chi non ha idea del medium televisivo potrebbe dire una cosa del genere in buona fede.

giovedì 10 settembre 2015

Il «lato oscuro» di Internet



da: Il Sole 24 Ore – 11 agosto 2015

Dalla diffamazione all’aggiotaggio, sul web proliferano i reati ma il diritto penale è in ritardo
di Donatella Stasio

Un immenso spazio di libertà, di informazioni, di comunicazioni, di scambi economici e culturali. È il lato luminoso – e democratico – di Internet. Ma come diceva Goethe, «Dove c’è molta luce, l’ombra è più cupa». E l’ombra di Internet – il suo lato oscuro, criminale – è così densa che si fatica a esplorarla. Eppure, conoscerla è essenziale per evitare censure preventive, acquisire piena consapevolezza delle potenzialità liberatrici della rete, sviluppare una necessaria cultura della responsabilità individuale, sanzionare le condotte criminose. Se Internet potesse sdraiarsi sul lettino di uno psicanalista, occorrerebbero certamente anni per «entrare in contatto, abbracciare ed esaminare la sua ombra», per dirla con Jung. Ma ciò non toglie che vi sia un ritardo del diritto penale nell’affrontare quella zona oscura, in cui i giuristi navigano a vista, muovendosi sul filo di vuoti normativi e di interpretazioni estensive, tra incertezze e problemi, anche nell’individuazione dei reati. Non tanto di quelli “contro” la rete (i cosiddetti reati informatici, come le frodi),

mercoledì 9 settembre 2015

Riforma del Senato, l’appello di Zagrebelsky: “Fermiamo il suicidio assistito della nostra Costituzione”



 da: Il Fatto Quotidiano
 
Il presidente emerito della Corte costituzionale e presidente onorario di Libertà e Giustizia Gustavo Zagrebelsky rivolge un appello ai legislatori alla vigilia dell’ultima lettura della riforma costituzionale promossa dal governo. Sostengono l’appello il presidente Alberto Vannucci, l’ex presidente Sandra Bonsanti e tutto il Consiglio  di Presidenza di Libertà e Giustizia 

Il funzionamento della democrazia è cosa difficile, stretto tra l’inconcludenza e la forza. Chi crede che si tratti di una battaglia che si combatte una volta ogni cinque anni in occasione delle elezioni politiche e che, nell’intervallo, tutto ti è concesso perché sei il “Vincitore”, si sbaglia di grosso ed è destinato a essere travolto, prima o poi, dal suo orgoglio, o dalla sua ingenuità, mal posti. La prima vittima dell’illusione trionfalistica è il Parlamento. Se pensiamo che si tratti soltanto di garantire l’azione di chi “ha vinto le elezioni”, il Parlamento deve essere il supporto ubbidiente di costui o di costoro: deve essere un organo esecutore della volontà del governo. Altrimenti, è non solo inutile, ma anche controproducente.

Le riforme in campo, infatti, sono tutte orientate all’umiliazione del

Giulia Bongiorno, ex presidente commissione Giustizia: Renzi fa peggio di Berlusconi



Attenti, questo fa peggio di Berlusconi
Colloquio con Giulia Bongiorno di Marco Damilano – l’Espresso 7 agosto 2015

L’avvocato Giulia Bongiorno, popolare al punto da finire in una canzone del rapper J-Ax («vorrei avere l’avvocato di Andreotti e Amanda Knox») nell’ultima legislatura è stata presidente della Commissione Giustizia della Camera. Nonostante fosse stata eletta nel Pdl, toccò a lei contrastare la legge sulle intercettazioni pretesa da Silvio Berlusconi che fu all’origine della rottura con Gianfranco Fini. Era l’epoca della legge bavaglio e del movimento dei post-it gialli nelle piazze, alla fine non se ne fece nulla. Oggi l’avvocato Bongiorno, tornata alla sua professione, ragiona sulla proposta del governo Renzi: «Mi ha colpito che Renzi individui ora come una priorità una legge delega sulle intercettazioni. Ricordo quando nella commissione da me presieduta il Pd ripeteva che i problemi erano l’efficienza, i tempi, il numero dei cancellieri. Lo dicevano tutti: Donatella Ferranti che oggi presiede la commissione Giustizia, l’attuale ministro Andrea Orlando…Chiedevano di ripristinare il reato di falso in bilancio, non le intercettazioni».
Beh, però il reato di falso in bilancio è stato reintrodotto
«In apparenza. Sappiamo che il falso in bilancio è un reato-sentinella rispetto alla corruzione e lievita con l’utilizzo improprio delle valutazioni. Per decenni a Berlusconi è stato contestato che la valutazione poteva avere una rilevanza