lunedì 30 novembre 2015

Vatileaks2, Papa Francesco: “manca solo Lucrezia Borgia”



Durante il viaggio in aereo che lo riportava a Roma, in merito al processo in corso che vede imputati monsignor Vallejo e  la Chaouqui, Papa Francesco ha detto: "Ringrazio Iddio che non ci sia la Lucrezia Borgia. Continuerò con i cardinali, con le commissioni quell'opera di pulizia iniziata da Ratzinger".

E riferendosi ai giornalisti Fittipaldi e Nuzzi, finiti sotto processo per aver divulgato notizie riservate con i loro libri “Avarizia” e “Via Crucis”, il Papa ha affermato: "È importante  che la stampa, sia libera che confessionale, denunci la corruzione. Ma la stampa deve dire tutto senza i suoi tre peccati, che sono disinformazione, calunnia e diffamazione".

sabato 28 novembre 2015

Massimo Ranieri, album Malia ‘Napoli 1950-1960’: Resta cu’mme

Massimo Ranieri, album Malia ‘Napoli 1950-1960’: Accarezzame

Il ministro del lavoro Poletti, la laurea, il voto, il fico….


foto AgenPress

Si sentiva la mancanza di qualche “osservazione” sui giovani e annessi collegamenti. Ci ha pensato il ministro Poletti:
«Prendere 110 e lode a 28 anni non serve a un fico, è meglio prendere 97 a 21.

Orbene…
Se prendere 110 e lode a 28 anni non serve a un fico secco, prendere 97 a 21 non serve a un organo sessuale maschile. O viceversa. Non solo.
Prendere 98 a 22, 99 a 23, 110 a 27, fate la combinazione numerica voto/anni che preferite…non serve a un fico secco di organo sessuale maschile.
Ma, soprattutto, non serve a un fico laurearsi a qualunque età con qualsiasi voto

Sono un manager ma non frequento Renzi: posso lavorare anch’io?



da: http://www.glistatigenerali.com/ - di Michele Fusco


Mi presento. Sono un manager, tra i quaranta e i cinquanta, una certa esperienza sia nel privato sia nel pubblico, buoni studi italiani e poi, come dev’essere, i classici master all’estero. Da oggi, nel curriculum inserirò una voce fondamentale: «Devo ancora conoscere Matteo Renzi». Non vi appaia una sottolineatura stravagante, né tantomeno una pretesa illiberale, è semplicemente un’indicazione di massima per il mio (futuro) datore di lavoro. Il quale avrà tutto il diritto di sapere che il professionista che gli è stato segnalato e su cui ha messo gli occhi non ha mai incrociato nella sua vita il presidente del Consiglio (ma niente può escludere che questo evento fortunato prima o poi possa accadere). Mi costringo a questa serie di precisazioni non solo perché mantengo ancora una certa dignità, ma anche e soprattutto perché da un certo tempo in qua mi appare chiaro che la conoscenza più o meno diretta del premier, aver lavorato con lui a Firenze, insomma essergli stato vicino professionalmente, produce nell’interessato il classico meccanismo difensivo per cui, nel momento alto e nobile delle scelte dei manager di stato, Matteo Renzi chiama alla patria soltanto le sue nuove/vecchie conoscenze.

Ieri Aylan è morto altre sei volte. Purtroppo non abbiamo le foto…



da: http://www.glistatigenerali.com/ - di Fabio Salamida

Le agenzie di stampa turche parlano di almeno sei i bambini annegati al largo delle coste occidentali del paese, dopo che nella giornata di ieri le precarie imbarcazioni su cui viaggiavano per raggiungere la Grecia sono affondate. Il mare ha restituito i piccoli corpi di quattro di loro, spiaggiandoli nei pressi della località di Ayvacik. Il gommone su cui viaggiavano era troppo carico e non ha retto. Troppi quei cinquantacinque disperati sulla rotta per Lesbo.
Altri due bambini, di origine siriana, rispettivamente di uno e quattro anni, sono invece morti in seguito al naufragio del barcone su cui si trovavano a largo di Bodrum. La destinazione del viaggio in questo caso era Kos. Gli altri diciassette passeggeri sono stati recuperati sani e salvi.
È sempre di oggi la notizia che il Canada avrebbe concesso il diritto di asilo alla famiglia di Aylan Kurdi, il bimbo siriano di tre anni annegato a settembre con la mamma e il fratello mentre cercava di raggiungere la Grecia su un barcone. Per chi soffre di memoria corta, Aylan era il soggetto di quella foto di cui si è tanto discusso, il suo corpo senza vita è stato fotografato sulla spiaggia di Bodrum scuotendo l’opinione pubblica di tutto l’occidente.
Per queste ultime due stragi, sfortunatamente, non abbiamo foto di quel tipo.

venerdì 27 novembre 2015

Francesco Guccini: Incontro

Francesco Guccini: testo, Incontro



E correndo mi incontrò lungo le scale, quasi nulla mi sembrò cambiato in lei,
la tristezza poi ci avvolse come miele per il tempo scivolato su noi due.
Il sole che calava già rosseggiava la città
già nostra e ora straniera e incredibile e fredda:
come un istante "deja vu", ombra della gioventù, ci circondava la nebbia...

Auto ferme ci guardavano in silenzio, vecchi muri proponevan nuovi eroi,
dieci anni da narrare l'uno all' altro, ma le frasi rimanevan dentro in noi:
"cosa fai ora? Ti ricordi? Eran belli i nostri tempi,
ti ho scritto è un anno, mi han detto che eri ancor via".
E poi la cena a casa sua, la mia nuova cortesia, stoviglie color nostalgia...

E le frasi, quasi fossimo due vecchi, rincorrevan solo il tempo dietro a noi,
per la prima volta vidi quegli specchi, capii i quadri, i soprammobili ed i suoi.
I nostri miti morti ormai, la scoperta di Hemingway,
il sentirsi nuovi, le cose sognate e ora viste:
la mia America e la sua diventate nella via la nostra città tanto triste...

martedì 24 novembre 2015

Google Maps, come si usa Offline: guida



da: http://www.pianetacellulare.it/

In questa guida andiamo alla scoperta delle principali impostazioni offline di Google Maps. Impareremo come salvare sul dispositivo una mappa per poi poterla consultare anche in assenza di una connessione a internet.
di Maurizio Giaretta

Google Maps fornisce percorsi incredibilmente dettagliati e rende la navigazione molto semplice. Si può facilmente raggiungere qualsiasi zona senza rischiare di perdersi. Per diversi anni il problema con l’utilizzo dell'applicazione è che spesso e volentieri necessitava per forza di cose di una connessione internet. O almeno fino a qualche settimana fa era così: Google nel mese di novembre ha aggiornato Maps per introdurre il supporto del download della cartografia mondiale o di un'area geografica precisa (paese, città, zona). Una novità utilissima se si viaggia in un posto dove il roaming dei dati non è disponibile (o troppo costoso). Per chi comunque non vuole scaricare la cartografia mondiale di un'area sul proprio dispositivo, rimane possibile scaricare la mappa di una zona specifica come era possibile prima dell'aggiornamento. Se si ha intenzione di andare in un posto che non dispone di un accesso a internet solo per un viaggio una tantum, allora questa funzione può essere estremamente utile.

Il sistema bancario europeo: Finchè si spara c’è guadagno



Forse Hollande dovrebbe dire qualcosa, con sottofondo o meno della Marsigliese, alla banca francese Bnp Paribas…



Gli affari delle banche armate. Finchè si spara il guadagno è sicuro
Tanti gli istituti coinvolti nel business militare. Incassi miliardari per la Deutsche e Bnp Paribas
di Carmine Gazzanni

Tante armi, una marea di soldi, grossi affari, regole zero. E i principali gruppi bancari che, dall’alto, intascano gran parte di quel denaro. Sembrerebbe uno scenario apocalittico, a tratti derubricabile a chissà quale complottismo. E invece, molto più semplicemente, è la descrizione, sintetica, di quanto avviene, ogni anno, in Italia e, più in particolare, nel mercato militare nostrano con gli altri Paesi. Anche con quelli con cui, stando alla legge del 1990 sul “controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, non dovremmo commerciare.

Già, perché le regole ci sono. Peccato poi non vengano rispettate. Più di

venerdì 20 novembre 2015

Parigi, 13 novembre 2015: la lettera di Antoine, “non avrete il mio odio”


Antoine ed Hélène erano insieme da 12 anni. Lui è rimasto con il figlio di 17 mesi.  Hélène è una delle vittime della strage di Parigi di venerdì 13 novembre 2015.
Questa è la lettera che Antoine ha scritto. E’ l’uomo che sconfigge la barbarie. 


Antoine Leiris: “Non avrete il mio odio”

Venerdì sera avete rubato la vita di un essere eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio ma non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio saperlo, siete delle anime morte. Se questo Dio per il quale voi uccidete ciecamente ci ha fatto a sua immagine, ogni proiettile nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore.
Allora io non vi farò questo regalo di odiarvi. Voi l’avete cercato ma tuttavia rispondere all’odio con la rabbia vorrebbe dire cedere nella stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Volete che io abbia paura, che guardi i miei concittadini con occhi diffidenti, che sacrifichi la mia libertà per la sicurezza. Perso. Stesso giocatore gioca ancora.

Squadra Antimafia 7, ultima puntata: Bocci e Pierobon, Michelini e Bocci, un altro modo per vedere due scene…



Ci sono due momenti di Squadra Antimafia che io ho visto in modo diverso da quello che, probabilmente, è il modo usuale…

La prima è quella con Calcaterra e De Silva dopo che l’ambulanza si ribalta.

De Silva dice a Calcaterra: “E’ un addio”? E Calcaterra risponde: “Mi sa che questa è volta buona”. Poi aggiunge: “Mi sono rotto le palle di pararti il culo”, ecc…
Quello scambio iniziale non è tra Filippo De Silva e Domenico Calcaterra ma fra Marco Bocci e Paolo Pierobon. Io lo vedo così: “E’ un addio da Squadra Antimafia?” “Mi sa che questa è la volta buona”. Il resto del dialogo può essere di scena, ma quelle prime parole e il modo con il quale i due si guardano, non pare recitazione. Marco Bocci saluta il compagno di set Paolo Pierobon.

Altra scena. E’ la scena finale. Quella che alcuni vedono come Calcaterra che ha una visione. E vede Rosy. 

Sì, si può pensare che quella sia Rosy Abate che viene a prendersi Domenico Calcaterra. Del resto, quando in manicomio c’era finita lei, lui era là per dirle che l’aspettava. Ora toccava a lei andare da lui. Ma questa scena può indubbiamente essere vista come un’allucinazione di Calcaterra. Per quanto: quando aveva delle allucinazioni queste erano

martedì 17 novembre 2015

Flavio Pasotti: Volevamo gli eurobond, e invece è arrivata l’economia di guerra



da: http://www.glistatigenerali.com/

Inutile girarci intorno, il 13 novembre marca un prima e un dopo in Francia e in Europa, nei nostri animi e nella società, nei governi, nella politica estera e nelle conseguenti scelte economiche: due francesi, tra ieri e oggi, lo hanno detto senza mezzi termini. Ha cominciato Le Président de la République dichiarando guerra allo Stato Islamico con capitale Raqqa, con un passaggio di lessico diplomatico tutt’altro che retorico e avulso dalla normale iperbole comunicativa.

Riunendo il Parlamento in quella Versailles luogo di straordinario significato storico nell’immaginario francese ed europeo, Hollande ha chiuso ogni spazio politico alla demagogia lepenista sugli immigrati invocando, mettendo in atto la Union Sacrée della Francia del 1914 quando furono i socialisti pacifisti di Jean Jaurès a dover accettare la guerra come fatto ineluttabile, a schierarsi dietro la Marsigliese e alla Presidenza sul fronte della Marna. Oggi è Marine Le Pen a non poter fare altro, scavalcata da una opinione pubblica colpita al cuore che si immedesima con suoi i piloti dei Super Etendard e dei Rafale in volo di notte con i post bruciatori accesi e la rabbia dentro i’abitacolo verso la lontana e sconosciuta Raqqa. Di più, Hollande, potentissimo Presidente della Costituzione della V Repubblica, ha chiesto un ulteriore rafforzamento dei

lunedì 16 novembre 2015

Attentati a Parigi: serve una strategia europea, ma gli Stati non si fidano tra loro



da: http://www.linkiesta.it/it/

«Terrorismo, serve una strategia europea, ma gli Stati non si fidano tra loro»
D’Arrigo (Istituto Italiano Studi Strategici): «e, se l'Europa non sarà capace di concordare una risposta unitaria contro la minaccia terroristica, l’Isis sarà sempre in grado di penetrare tra le maglie del nostro apparato di sicurezza»
di Tommaso Canetta

Quello del 14 novembre, a Parigi, è il peggior attentato terroristico che l'Europa abbia subito negli ultimi dieci anni, da quando a Londra i kamikaze di Al Qaeda seminarono il terrore nella metropolitana uccidendo 56 persone. In Francia le vittime sono ancora di più, 129 per il momento, con 352 feriti di cui 99 gravi. Colpiti ristoranti, una sala concerti (il Bataclan) e i dintorni dello stadio dove si stava disputando l'amichevole Francia-Germania. La strage, condotta con armi da fuoco e kamikaze (sei su otto dei terroristi si sarebbero fatti esplodere, altri due sarebbero stati uccisi dalle teste di cuoio francesi), è stata rivendicata dall'Isis – sarebbe una ritorsione per l'intervento francese in Siria – e al momento sembra la pista più credibile.

sabato 14 novembre 2015

Attentati a Parigi: le “ingerenze occidentali” hanno creato polveriere



da: http://www.glistatigenerali.com/

È una guerra, ma il nostro “stile di vita” non c’entra nulla
di Fabio Salamida

In queste ore difficili, in cui il “mondo ricco” guarda con apprensione le immagini dell’ennesimo atto di terrore rivendicato dall’Isis, ciò che emerge è la debolezza del pensiero diffuso, una debolezza figlia di un provincialismo che in qualche modo i terroristi hanno messo a nudo, se ancora ve ne fosse bisogno. Sugli schermi luminosi degli smartphone e dei tablet scorrono le immagini di Parigi, miliardi di occhi seguono gli aggiornamenti, ascoltano i boati delle esplosioni, guardano i fatti da ogni angolazione possibile.
Ben altro seguito hanno avuto i (pochi) contenuti che meno di due giorni fa raccontavano degli attentati di Beirut, dove due kamikaze della stessa organizzazione si sono fatti esplodere in mezzo a un’affollata via commerciale, uccidendo più di 40 persone e ferendone 200. Tutto normale. Parigi, Londra, Madrid, sono i luoghi della nostra quotidianità, angoli riconoscibili immortalati in foto e selfie. Beirut è lontana e comunque “laggiù certe cose accadono ogni giorno”, perché lì ci sono i terribili musulmani, barbari e assassini. A troppi fa comodo pensare così, ma la realtà è un’altra.

Attentati a Parigi: La guerra in casa



da: Il Sole 24 Ore

 
La guerra è arrivata dentro casa, la nostra casa europea, la risacca sanguinosa dal Medio Oriente sconvolge il continente e cambierà forse anche le nostre vite. Parigi brucia.
L'agenda del terrore oggi incrocia quella della diplomazia, dell'esistenza quotidiana e colpisce al cuore la Francia con un'altra strage immane dopo il massacro di Charlie Hebdo del 7 gennaio scorso.
Il presidente Hollande viene evacuato dallo Stade de France in quella Parigi dove domani, dopo la visita a Roma, è atteso se non cambierà programma il presidente iraniano Hassan Rohani.

Potrebbe essere una coincidenza ma la geopolitica della guerra in Medio Oriente non lascia troppo spazio al caso: l'Iran sciita con la Russia di Putin è schierato al fianco di Bashar Assad, nemico giurato dei jihadisti sunniti, e oggi a Vienna si apre il secondo capitolo del vertice internazionale sulla Siria dove partecipa anche Teheran. Al G-20 di Antalya, che comincia domenica, Obama, Putin, Erdogan e tutti gli altri parleranno più di guerra che di economia.

giovedì 12 novembre 2015

Squadra Antimafia 7, ultima puntata: un finale che conferma la pochezza della sceneggiatura..



Ho resistito per cinque puntate. Poi ho smesso di guardare Squadra Antimafia 7 e ho aspettato l’ultima, andata in onda ieri sera.
Dai pareri colti qua e là nel web, non ho perso nulla abbandonando la fiction a metà strada. La settima stagione batte per mediocrità la sesta. Non era facile riuscirci. Ma Taodue e Mediaset ce l’hanno fatta. Se questo era l’obiettivo: centrato in pieno.

E veniamo all’ultima puntata andata in onda ieri sera…
Lo dico “silenziosamente”……………………………..i fans che aspettavano il finalone e avevano creduto al marketing di Marco Bocci si meritano il finale di questa inutile, “approssimativa” (eufemismo) e ridicola settima stagione.

Vabbè……..non vorrei infierire………..ma se sognare è lecito, i sogni sono belli quando contengono una dose anche piccola di probabilità realistica. E’ questo ingrediente che lievita, si unisce a ingredienti inaspettati e il sogno, così, si avvera.

Non vorrei infierire ma……………coloro che volevano la “resurrezione” di Leonardino e/o Rosy Abate incinta, devono prendere contatti con lo psichiatra di Calcaterra!...
Pur con gli evidenti e costanti limiti mostrati di puntata in puntata, gli

mercoledì 11 novembre 2015

Marco Travaglio: Felpa Nord



da: Il Fatto Quotidiano

Matteo Salvini è il capopartito più vecchio della Seconda Repubblica, anche se riesce inspiegabilmente a spacciarsi per il più nuovo: dei suoi 43 anni di vita, gli ultimi 23 li ha trascorsi a carico di noi contribuenti. Entrò in politica nel 1990, quattro anni prima del giurassico Berlusconi, senz’aver mai lavorato in vita sua (a parte qualche mese in un fast food Burghy, mentre frequentava svogliatamente il primo anno di università, corso di Storia alla Statale, dove in 4 anni regolari e in 16 fuoricorso non arrivò mai alla laurea).
Da allora non ha mai mancato una poltrona, passando dall’una all’altra con grande agilità senza mai restare col culetto scoperto: segretario giovanile, cittadino, provinciale e nazionale della Lega, direttore di Radio Padania, consigliere comunale a Milano, deputato ed eurodeputato. La specialità della casa sono le balle a presa rapida: ne racconta a vagonate, selezionando quelle che funzionano meglio. Cioè quelle che suonano bene agli orecchi degli ignoranti che lo idolatrano e, per essere smentite, richiedono qualche minuto di attenzione e di concentrazione, cosa impossibile da chiedere ai suoi fan.
Quando, per esempio, il Sciur Felpa dice che, se governasse lui, chiuderebbe i campi rom e rispedirebbe gli zingari “a casa loro”, tutti se la bevono anche

martedì 10 novembre 2015

Catasto: addio vani, sì ai metri quadri per misurare 57 milioni di case



da: Corriere della Sera

Il documento rilasciato dall’Agenzia delle Entrate conterrà il dato relativo alla superficie mandando in soffitta i calcoli basati sui vani: una semplificazione anche per calcolare la tassa sui rifiuti

I metri quadri fanno il debutto nelle visure catastali. Per 57 milioni di immobili il «documento di riconoscimento» rilasciato dall’Agenzia delle Entrate conterrà nero su bianco anche il dato relativo alla superficie. Si tratta di dati che fino ad ora erano visibili solo nelle applicazioni degli uffici, e che invece adesso saranno a disposizione di tutti gli utenti. Una semplificazione concreta anche per la tassa sui rifiuti (Tari).

Le nuove visure
Che cosa cambia? Oltre ai dati identificativi dell’immobile (sezione urbana, foglio, particella, subalterno, Comune) e ai dati di classamento (zona censuaria ed eventuale microzona, categoria catastale, classe, consistenza, rendita), da oggi sarà riportata direttamente in visura anche la superficie catastale. È una semplificazione che riguarda circa appunto 57 milioni di unità immobiliari urbane a destinazione ordinaria, iscritte in catasto e corredate di planimetria.

lunedì 9 novembre 2015

Myanmar, elezioni: la vittoria di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace




da: http://it.euronews.com/

Il Myanmar si avvia a una svolta storica. Questa volta Aung San Suu Kyi potrebbe festeggiare davvero la vittoria elettorale di cui fu privata 25 anni fa. Il governo guidato dai militari ha ammesso la sconfitta, con un messaggio del capo del partito dell’Unione, dello Sviluppo e della Solidarietà.

La Lega Nazionale per la Democrazia del premio Nobel per la pace ha affermato di aver ottenuto oltre il 70 per cento dei seggi: se confermato sarebbe un dato importante visto che per poter formare un governo da solo il partito di Aung San Suu Kyi ha bisogno di due terzi del parlamento.
La LND dovrà comunque fare i conti con il peso dei militari cui la costituzione riserva un quarto dell’assemblea. La stessa costituzione che impedisce all’oppositrice birmana di candidarsi a presidente del Paese perché i suoi figli possiedono nazionalità straniera.

I militari hanno comunque promesso di rispettare i risultati, al contrario di quanto accadde nel 1990: mentre Aung San Suu Kyi era agli arresti domiciliari, la Lega Nazionale per la Democrazia vinse, ma la giunta ignorò il verdetto degli elettori.

Marco Travaglio: Il Pontassieve


da: Il Fatto Quotidiano

Non è vero che, come qualcuno ha ricominciato a dire dopo la riabilitazione del Ponte sullo Stretto, Renzi sia uguale a B. Parla come lui e fa più o meno le stesse cose che faceva o voleva fare lui, ma non è uguale a lui: per certi versi è meglio, per altri è addirittura peggio. È meglio perché gli mancano la P2, la mafia, le mazzette e le mignotte. È peggio perché B. almeno andava al governo dopo aver vinto le elezioni: Renzi mai. B. non destituì mai un sindaco perché non gli andava a genio: Renzi l’ha fatto a Roma, cacciando il sindaco eletto dal popolo per sostituirlo con un Dream Team non eletto da nessuno, ma nominato da lui che non ha eletto nessuno. Ma soprattutto: B. aveva sempre un piede in galera, dunque le porcate le faceva per costrizione e per disperazione: Renzi invece le fa per convinzione. Per B. le leggi vergogna erano un dovere: per Renzi sono un piacere. La devastazione autoritaria della Costituzione, il supercondono che manda al macero 10 mila processi per evasione fiscale, la soglia del contante a 3 mila euro, l’occupazione militare della Rai, la responsabilità civile dei giudici, il disprezzo per i sindacati, l’attacco ai talk che osano criticarlo, la cancellazione dell’articolo 18, la legge elettorale per nominare i parlamentari anziché eleggerli, la tassa sulla casa tolta anche ai ricchi, il doppio gioco su diritti e unioni civili, l’amore per Alfano e Verdini, ora pure il Ponte (che, come ha scritto qualcuno, serve a collegare Alfano al Pd).

venerdì 6 novembre 2015

Konstantinos Kavafis: Per quanto sta in te



E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole in un viavai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balia del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.