sabato 31 gennaio 2015

La condizione del Movimento 5 Stelle: come era logico prevedere….



E’ da tempo che non pubblico post riguardanti le vicende del M5S, né le commento. Non perché l’argomento non sia interessante, ma perché mi toccherebbe ripetere, un giorno sì e un giorno sì, queste osservazioni che facevo il 7 settembre 2012, più di due anni fa, quando non vi era sentore dell’”evoluzione” di questo Movimento: 


….Il Movimento 5 Stelle è nato tra la cosiddetta società civile, si è trovato e unito tramite un blog e una persona: Beppe Grillo.
L’aspetto positivo – essenziale – è appunto il poter trovare da parte di una certa società civile un punto d’incontro e di aggregazione. Che sia libero e che sia…civile. C’è qualcuno che preferirebbe aggregazioni “clandestine” o deviate e devianti?
C’è una parte di paese che vuole un cambiamento. Che crede che non si possa più rimandare. Che ha voglia di impegnarsi. Che ritiene di avere delle risposte. Ma, ovviamente, la dispersione non porta a nulla. Tante buone idee e intenzioni sparse qua e là,  non servono. L’aggregazione è l’unico modo per “canalizzare” persone oneste con idee e volontà.
Le aggregazioni hanno inevitabilmente in sé: persone diverse per sesso, età, condizione culturale e sociale e caratteristiche caratteriali e d’interazione. Alcuni sono dei leader, la maggior parte sono degli aggregati.
Un’aggregazione senza aggregati, gioco forza, non esiste. Un’aggregazione senza leader si spappola velocemente. Ma anche un’aggregazione che ha una distanza tra leader e aggregati si spappola. E’ un processo lento ma inevitabile.
Ma di che distanza si tratta? Della distanza che non consente di accomunarci in una visione e strategia comune.

Il Movimento 5 Stelle è formato da persone diverse. Stessa cosa dicasi per gli altri movimenti politici.
Mi pare però che più che in ogni altro partito, gli aggregati del M5S siano disomogenei. Più di coloro che confluivano nel P.C.I (e successive modificazioni), nella D.C, nella Lega.
Chi oggi segue e approva il Movimento di Grillo è fuori uscito da precedenti aggregazioni oppure non ha mai fatto politica attiva ma si è impegnato o anche no in attività sociali. Ciò che li ha fatti trovare in un blog è l’aver trovato una voce, delle idee e soluzioni in comune. Da impegnati o semplici cittadini spettatori, non hanno trovato nella politica convenzionale la risposta alle attese.
Non c’è un’ideologia, una filosofia che li tiene insieme e che fa superare – come succede in altre aggregazioni – le divergenze. Sono insieme “contro” qualcosa ma a “favore” di qualcos’altro. Ma questo “qualcos’altro” non  è qualcosa di definito (come lo era – a torto o a ragione – l’ideologia comunista o altra). Nel momento in cui si passa all’azione concreta le diversità su cosa fare emergerà. Fisiologico. E, in sé, non negativo.

31 gennaio 2015: Stefano Mattarella è stato eletto presidente della Repubblica Italiana




Alla quarta votazione, dove è richiesta la maggioranza assoluta di 505 voti, Sergio Mattarella è stato eletto presidente della Repubblica. Hanno votato per lui 665 elettori del Parlamento.
127 voti sono andati a Imposimato, le schede bianche sono state 105. Vittorio Feltri ha ottenuto 46 voti e Stefano Rodotà 17.

venerdì 30 gennaio 2015

Elezione del presidente della Repubblica: l’allievo Renzi ha superato il maestro Berlusconi



Non ci stanno organi sessuali maschili. L’allievo Renzi ha superato il maestro Silvio.
A questo giro – elezione del presidente della Repubblica  - l’accordo con Berlusconi era superfluo ed era tatticamente più utile e prioritario compattare – temporaneamente – il PD.
Matteo Renzi aveva, ha, una sola cosa in testa: dimostrare che ora che c’è lui a governare il PD certi patteracchi e voltafaccia non succedono. Questo è l’obiettivo personale. Inoltre, poiché è tutto fuorchè pirla, doveva tirare fuori un nome non inviso all’opinione pubblica. Mattarella è sconosciuto? Meglio così…

Giusto il tempo di mandare una mail con allegata slide alla Boschi e alla Serracchiani, ricercate dai microfoni della stampa e dai talk (sì..quel genere di programma sgradito a Renzi), con il testo modificato: non più “l’elezione del presidente della repubblica deve avvenire con la più ampia maggioranza” bensì: “dopo questo candidato non c’è nessuno” ed ecco il diktat, questa volta apprezzato anche da Civati, Fassina e Bindi. Manco il tempo per la badante di Silvio di passare in farmacia a prendere una cremina e…voilà…Renzi gliel’ha messo lì.  
Ovviamente, Silvio sbollirà la rabbia e riprenderà a mercanteggiare con Renzi. Per il bene delle sue aziende: Mediaset e Mediolanum.

Non solo canzonette: Maurizio, Cinque minuti e poi


Peter Gomez: “Quirinale, Renzi trionfa con le stesse armi di B.”



da: Il Fatto Quotidiano

Bisogna essere onesti e affermarlo con chiarezza: Matteo Renzi esce da trionfatore dalla prima giornata di votazioni per il presidente della Repubblica. Ha preso esempio da Silvio Berlusconi e usando i suoi metodi lo ha battuto. Il duro faccia a faccia di mercoledì 28 gennaio durante il quale, secondo i racconti dei cronisti parlamentari, il premier ha detto al suo alleato del Nazareno che non c’erano alternative a Sergio Mattarella ha messo nell’angolo il pregiudicato di Arcore. Il nome di Mattarella, in passato fieramente anti-berlusconiano, è stato preso da Berlusconi come una sorta di minaccia. Anche perché come gli ha fatto capire Renzi, se Mattarella fosse saltato il Pd avrebbe votato Raffaele Cantone o l’ancor più odiato Romano Prodi. E non Giuliano Amato, come era stato fatto balenare in precedenza. Incassato a fatica il colpo Berlusconi ha prima pensato di far buon viso a cattivo gioco.

Consigliato da Fedele Confalonieri, che sottolineava quanti benefici avesse fin qui portato alle aziende l’accordo con Renzi, l’ex cavaliere, pur gonfio di rabbia, è stato tentato dal co-intestarsi la scelta di mandare al Quirinale l’ex ministro della sinistra Dc. Renzi però non gliene ha dato il tempo. Alle 10 di sera di mercoledì lo ha messo di fronte al fatto compiuto. Il nome di Mattarella è stato

giovedì 29 gennaio 2015

Marco Travaglio: “Il giorno della memoria. Corta”



da: Il Fatto Quotidiano

Il minimo che si dovrebbe fare, prima di lanciare la candidatura di Tizio o Caio alla più alta carica dello Stato, è informarsi bene sul suo curriculum, i suoi trascorsi e quelli della sua famiglia, onde evitare di ritrovarsi un presidente imbarazzante, o addirittura ricattabile, per i più svariati motivi. Non solo penali, ma anche morali, politici o semplicemente di inopportunità. La logica che invece sembra ispirare il caravanserraglio delle consultazioni e delle candidature usa e getta di questi giorni è esattamente quella opposta: non si butta via niente. Di Amato abbiamo già detto tutto: il fatto che continui a essere tra i favoriti la dice lunga sulla scriteriata superficialità dei politici che contano e che la memoria storica o non ce l’hanno o l’hanno azzerata con un clic sul Reset. Per la Finocchiaro, a parte tutto il resto, dovrebbe bastare il marito sotto processo per truffa e abuso d’ufficio.

Del giudice costituzionale Sergio Mattarella abbiamo ricordato la fama di persona perbene (come quella del fratello Piersanti, assassinato da Cosa Nostra) e l’assoluzione per finanziamento illecito, ma anche la confessione di aver accettato un contributo elettorale da Filippo Salamone, universalmente noto in Sicilia come il costruttore di Cosa Nostra. Siccome

Un coro di voci per Charlie, il silenzio su Erri De Luca



da: Il Fatto Quotidiano

De Luca: “Ho difeso le parole degli altri, oggi tocca a me”
Lo scrittore sotto processo a Torino per una frase detta dopo l’arresto dei NO-TAV: “Il verbo sabotare lo usava anche Ghandi”
di Andrea Giambartolomei

Stavo lì come quando scalo le pareti delle montagne”. Sospeso nell’aria, ma senza timore. È la sensazione provata da Erri De Luca durante l’udienza del processo per istigazione a delinquere ieri mattina al Tribunale di Torino. “Sotto ho il vuoto che non mi spaventa. L’accusa è quel vuoto, io lo guardo e so che non mi avrà”.  
Non è il suo primo processo da imputato, ma è la prima volta che finisce sotto accusa per qualcosa che ha detto o scritto e non ne è troppo fiero: “Non è motivo d’orgoglio, ma fa parte della mia professione. Nel corso della mia carriera ho difeso le parole di altri. Ora tocca alle mie”.
Ribadisce l’uso di quella frase, “Il Tav va sabotato”, detta all’Huffington Post il primo settembre 2013 per commentare l’arresto per detenzione di molotov e cesoie di due No Tav: “Sabotare è un verbo nobile che è stato reso concreto da una quantità di lotte civili nel mondo. Lo usava pure Gandhi”.

Marco Mengoni, nuovo album: recensione ‘Parole in circolo’



da: Rockol - di Pop Topoi


Due anni fa, per giustificare la delusione di “#PRONTOACORRERE”, scrivevo: “Forse Mengoni deve prima soddisfare il grande pubblico con una veste più semplice e tradizionale per potere poi spiazzare di nuovo”. E l’ha fatto, alla fine dell’anno scorso, con “Guerriero”, un singolo spiazzante e soprattutto riuscito. È una canzone accessibile avvolta (non nascosta) in un involucro anomalo; è un aggiornamento de “La cura” in cui le confortanti parole del testo entrano in contrasto con una produzione tetra, irregolare e ricca di dettagli elettronici.
Non è stato un singolo importante solo per Mengoni: quando un artista mainstream abbandona il conformismo, ci guadagna tutta la musica italiana; quando una canzone come “Guerriero” arriva al doppio platino, è il migliore incoraggiamento per altri artisti pop a osare di più, perché rende falsa la nozione che certi suoni in Italia “non vendono”. Mengoni sembrava già potere entrare nella ristrettissima cerchia di italiani col compito (o meglio, il permesso) di innovare in quanto sostenuti da un tifo incondizionato. Sembrava pronto a correre nella direzione opposta, e il pubblico con lui.

Il Quirinale come un tresette da strapaese



da: Famiglia Cristiana

Nessun nome (vero). E tutto un gioco di accordi sottobanco, veti, mosse segrete. A poche ore dalla prima votazione, quella del presidente del Quirinale assomiglia a una partita di poker tra iniziati. Con i cittadini a guardare e a non capire.
di Francesco Gaeta

Se il presidente della Repubblica – così come da Costituzione - è il supremo organo di garanzia dello Stato sarebbe ragionevole attendersi che la sua elezione fosse improntata al massimo della trasparenza.
Che indipendentemente dal risultato, procedure e metodi facessero un passo avanti rispetto all’eterna tattica di cui si nutre, e a volte muore, la politica. Invece no. A poche ore dalla prima votazione, è tutto un susseguirsi di incontri segreti, appuntamenti rinviati, strizzatine d’occhio e segnali in codice, come in un tressette da strapaese.

Il risultato è che chi osserva la “scatoletta di tonno” del Parlamento, come usa dire tra i pentastellati, si sente un po’ annegare nell’olio. Perché In questo gran lavorìo di patti non scritti e cambiali da riscuotere, c’è poco di “necessità

martedì 27 gennaio 2015

Albert Einstein



L’unica razza che conosco è quella umana
   Albert Einstein

Quelli che….occupano la tv: Matteo Renzi e la crisi dei talk show

Matteo Renzi: “Trame, segreti, finti scoop, balle spaziali e retropensieri: basta una sera alla Tv e finalmente capisci la crisi dei talk show in Italia”.Dobbiamo cambiare modo di raccontare l’Italia e la politica. Non siamo quella roba lì”.

“Non siamo quella roba lì” No?! E che organo sessuale maschile sei Renzi?
“Basta una sera alla Tv e finalmente capisci la crisi dei talk show in Italia”. E' per questo, Renzi, che stai in tutti i talk televisivi?! 

Povero Matteo, si era sintonizzato su Canale 5 per vedere l’Isola dei famosi – nuovo programma di “punta” di Mediaset – ma la prima puntata è abortita causa tempesta tropicale e non c’era manco una replica di Amici con Renzi-Fonzie da vedere…..

Legge elettorale: l’Italicum in 12 punti



L'Italicum 2.0 spiegato in 12 punti
Il provvedimento in pillole

Ecco in 12 punti la nuova riforma della legge elettorale, ribattezzata Italicum 2.0, approvata dal Senato a modifica e riscrirtura di quella uscita 10 mesi fa da Montecitorio dove ora la legge torna per un nuovo esame.

NUOVA SCHEDA ELETTORALE
La riforma introduce una nuova scheda elettorale: ogni casella sarà composta dal contrassegno del partito al centro, a sinistra il nome e il cognome del capolista mentre a destra due righe per le preferenze.
100 COLLEGI PLURINOMINALI
Le liste dei candidati sono presentate in 20 circoscrizioni elettorali suddivise nell'insieme in 100 collegi plurinominali, fatti salvi i collegi uninominali nelle circoscrizioni Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige, per le quali verranno reintrodotti i collegi uninominali.
ELETTI ALL'ESTERO
I 12 deputati eletti nella circoscrizione estero sono eletti con lo stesso sistema

Bella Ciao: l’inno mondiale contro le oppressioni, “rottamato” dal Pd


da: Il Fatto Quotidiano

Bella Ciao è l’inno mondiale contro le oppressioni (ma non ditelo al Pd)
di Silvia Truzzi

Nel 2011 il consiglio d’amministrazione della Rai vietò di far eseguire Bella ciao sul palco dell’Ariston (Sanremo è Sanremo perché è davvero lo specchio del Paese). Il venerdì ci sarebbe stata la serata commemorativa per i 150 anni dell’Unità d’Italia, e Gianni Morandi voleva Bella ciao tra i brani che avrebbero dovuto simbolicamente ripercorrere la storia d’Italia. “È il canto delle mondine”, disse stupito del casino che si era creato dopo l’annuncio. Gianmarco Mazzi – che di quell’edizione era il direttore artistico – propose di affiancare Giovinezza, per questioni di par condicio. Né l’una né l’altra furono eseguite, causa veto politico di Viale Mazzini. Allora si disse che c’era una certa differenza perché Bella ciao era l’inno della Resistenza, Giovinezza la canzone simbolo del Fascismo.
Ma siccome le censure trovano sempre il modo di aggirare l’ostacolo, negli ultimi anni Bella ciao si è presa una rivincita mondiale. A cominciare proprio dal 2011: a Zuccotti Park, la intonarono gli indignados di Occupy Wall Street.

Lavoro, inutile delocalizzare: la Cina è qui da noi, le griffe sfruttano gli ex artigiani diventati operai



da: Il Fatto Quotidiano

Inutile delocalizzare
La Cina è qui da noi: le griffe sfruttano il lavoro come a Prato
“Nelle filiere italiane pochi soldi e turni anche di 12 ore, spesso in nero”
di Virginia Della Sala

L’itinerario nel settore della moda italiana inizia dalla Riviera del Brenta, in provincia di Venezia, famosa per il settore calzaturiero. Ci sono più di 550 aziende, le grandi griffe hanno evitato che il distretto collassasse durante la crisi economica, ma hanno divorato le imprese artigianali. I proprietari delle aziende locali sono stati assunti come operai specializzati. Per sopravvivere si deve sottostare a ritmi massacranti: “Hanno installato la manovia elettrica per andare più veloci – raccontano – e poi hanno aumentato le ore perché bisognava consegnare. Erano lì con il camion, pronti ad andare via. Non c’era più tranquillità. Ti dicevano: ‘Si devono fare 90 paia di scarpe per domani sera’. Si lavorava anche il sabato e fino a 12 ore al giorno nel momento del boom: le suole e i tacchi che non arrivano e devi fare tutto di fretta - prosegue - Invece di finire alle cinque e mezza finisci alle otto. E dovevi fare tutto molto bene perchè andavano in sfilata”.

lunedì 26 gennaio 2015

Benjamin Clementine: video, Cornerstone


Renzi e Mediaset: il digitale può attendere, e così il biscione si tiene tutte le frequenze



da: Il Fatto Quotidiano

Il digitale può attendere. Renzi fa un regalo a Mediaset
Il Milleproroghe rinvia il “DVB T2”. Il biscione può tenersi tutte le frequenze
di Carlo Tecce

Periodo di manine, la settimana che va da Natale a Capodanno: oltre al goffo tentativo di ripulire la fedina penale di Silvio Berlusconi con la norma del 3%, il governo ha consegnato un bel regalo a Mediaset. Per adesso, s’accontenta la proprietà, e non direttamente il proprietario.

Con una postilla inserita nel decreto milleproroghe (adesso in Parlamento), un calderone che certifica le inefficienze italiane, Palazzo Chigi ha rinviato di un anno e mezzo l’immissione sul mercato di televisori (o impianti esterni) che ricevono trasmissioni in tecnologia Dvb T2, il digitale terrestre di ultima generazione. Ha detto sì a una proposta di Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico. Poi nessuno se n’è accorto. E pazienza se una legge di Mario Monti, che recepiva le indicazioni della Conferenza di Ginevra, avesse fissato la partenza per gennaio 2015. La questione non è commerciale, ma puramente televisiva, e riguarda con prepotenza il Biscione. Perché l’esordio del

Tv, Sky Tg24: dal 27 gennaio passa in chiaro



da: la Repubblica

Sky Tg24 passa in chiaro. Dal 27 gennaio il tg di Sky è per tutti
Un nuovo canale che proporrà anche documentari, film e serie tv. Per gli abbonati, a quota 4.700.000, rimangono servizi esclusivi come i servizi active e l'alta definizione

L'informazione di SKY arriva in chiaro. Dal prossimo 27 gennaio, dalle 7 di mattina sul digitale terrestre un nuovo canale, il numero 27, sarà visibile a tutti, e dedicato all'informazione. "Ma sarà necessario risintonizzare il televisore" specifica il direttore del Tg24 Sarah Varetto, attenta a fornire "l'informazione di servizio" necessaria. Il debutto sarà affidato al volto di Roberto Inciocchi, noto agli abbonati della pay tv. Il palinsesto del canale darà spazio anche a documentari, approfondimenti, film e speciali legati a vicende reali. Tra gli esempi Il colore della libertà sulla vita di Nelson Mandela. L'informazione SKY dunque, dopo essersi affermata tra gli abbonati al servizio diventando nell'ultimo anno il canale più visto della piattaforma, si rivolge al pubblico generalista.

Al Maxxi di Roma, dove il nuovo canale è stato presentato alla stampa, sono

Merchant Bank Palazzo Chigi: la riforma delle banche popolari fa guadagnare….papà Boschi



Ah…beh….se indaga la Consob, papà Boschi può stare sereno. Non come Letta con Renzi, ma veramente tranquillo. La Consob è quanto di più inutile e inefficace ci sia. Chiedere agli azionisti di Parmalat...


Merchant Bank Palazzo Chigi
Quel regalo alla banca di papà Boschi
La riforma delle banche popolari fa guadagnare soprattutto quella dell’Etruria. Il vicepresidente è il padre della ministra che non si è astenuta. La Consob indaga
di Davide Vecchi

Una manina da Londra ha gettato una rete a Piazza Affari e pescato a strascico le Popolari con un tempismo perfetto: giorni prima dell’approvazione della riforma voluta da Matteo Renzi che abolisce il cosiddetto voto capitario e le trasforma in società per azioni. Un tempismo che ha già svegliato la Consob, ora impegnata a ricostruire gli scambi. Un’operazione di verifica non certo semplice, perché dalla piazza inglese si stendono anche le reti dai paradisi fiscali, e che rischia di causare guai decisamente seri all’esecutivo Renzi nel caso tra i vari investitori internazionali attivi sul mercato individuasse il fondo

sabato 24 gennaio 2015

Michele Ainis: “La legge elettrorale. I padroni del voti di tutti”



da: Corriere della Sera

I compromessi, come i funghi, si dividono in due categorie: quelli buoni e quelli cattivi. È commestibile il compromesso raggiunto sulla legge elettorale? Perché di questo, in ultimo, si tratta: l’Italicum che sta per varcare l’uscio del Senato non è la legge di Renzi, né di Berlusconi. Il primo avrebbe preferito i collegi uninominali (intervista al Messaggero , 25 aprile 2012). Il secondo ha ingoiato il doppio turno, e ha pure dovuto digerire il premio alla lista, anziché alla coalizione. Ma non è generosità, è realismo. Perfino Lenin, nel settembre 1917, scrisse che in politica non si può rinunziare ai compromessi.
E a noi popolo votante, quanto ci compromette il compromesso? Per saperlo, bisogna innanzitutto togliersi un Grillo dalla testa: che da qualche parte esista un sistema perfetto, dove l’elettore sia davvero sovrano. No, non c’è. I candidati li decidono i partiti, mica noi. Anche con l’uninominale, la nostra scelta è sempre di secondo grado. Rousseau diceva che il cittadino è libero soltanto quando vota, dopo di che per 5 anni torna schiavo.
Sbagliava: non siamo del tutto liberi nemmeno in quell’unica giornata.
Però c’è prigione e prigione. La più buia era il Porcellum: premio di maggioranza senza limiti, parlamentari senza voto.
Di quanto si sono poi allargate le sbarre della cella? Di un bel po’, diciamolo;

Amarcord PD prima del Nazareno: “puttaniere”, “game over”, “statista solo sui teleschermi”



“Statista solo sui teleschermi”, definizione coniata da Matteo Orfini per Berlusconi, ce la conserviamo.
Potrebbe venir buona anche per Renzi….


da: Il Fatto Quotidiano

Berlusconi? “Una puttaniere”. “Game over”. Amarcord Pd prima del Nazareno
Il sostegno di B. al governo, con il patto del Nazareno, è ormai determinante, ma fino a un paio di anni fa gli attuali vertici del Partito Democratico, da Renzi alla Finocchiaro, usavano parole di fuoco per l'ex Cav
di Paola Zanca

Non è necessario tornare ai tempi delle leggi ad personam, del conflitto di interessi, delle telefonate in Procura per salvare la nipote di Mubarak. Basta riavvolgere il nastro di un paio d’anni scarsi. Quando Berlusconi era stato costretto alle dimissioni e ai democratici pareva finita un’era. Quando la condanna in Cassazione lo aveva fatto decadere dal Senato e ai più sembrava che il futuro lo avrebbe trascorso all’ospizio di Cesano Boscone. Invece, più

Stefano Feltri: “Quantitative easing all’europea”



da: Il Fatto Quotidiano

Mario Draghi ha superato le attese dei mercati: nella sua riunione di ieri la Banca centrale europea ha varato il tanto atteso Quantitative easing, cioè l’acquisto di titoli pubblici su vasta scala per combattere la deflazione (i prezzi stagnanti o che scendono) nella zona euro. Operazioni simili sono state tentate dalle principali Banche centrali nel mondo, durante gli anni della crisi, con risultati alterni: buoni negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, quasi irrilevanti in Giappone. Ecco come funzionerà il Quantitative easing all’europea.   

1. Quanti soldi immetterà la Bce nell’economia? Il piano di acquisti nel complesso vale 1.140 miliardi, con acquisti mensili da 60 miliardi a partire da marzo 2015. Nel conto ci sono anche i programmi di acquisto di titoli cartolarizzati (Abs e Covered bond) già attivi, quindi la somma aggiuntiva è di 47 miliardi al mese. Gli acquisti proseguiranno “almeno fino a settembre 2016” o quando l’inflazione tornerà nella norma, che per la Bce equivale a una crescita annuale del 2 per cento.

2. Quali sono i titoli che verranno comprati? Titoli di debito pubblico (di Stati e alcune agenzie pubbliche) detenuti da banche che li hanno in bilancio. La

Lucia Annibali, sfigurata con l’acido dall’ex fidanzato: condanna confermata a 20 anni per Varani



da: Lettera 43

Lucia Annibali, condanna a 20 anni confermata per Varani
L'ex fidanzato organizzò l'aggressione con l'acido. Lei: «Soddisfatta».

La corte d'Appello di Ancona ha confermato la condanna a 20 anni di reclusione per Luca Varani, ritenuto il mandante dell'agguato con l'acido a Lucia Annibali, l'avvocatessa di Urbino sfregiata il 16 aprile 2013 da due sicari albanesi.
Per Rubin Ago Talaban e Altistin Precetaj la pena è stata invece ridotta da 14 a 12 anni.

LEI LO AVEVA LASCIATO. Varani, ex della Annibali, è stato riconosciuto colpevole di tutte le accuse: tentato omicidio, lesioni gravissime e stalking. Avrebbe assoldato i due albanesi per vendicarsi dell'avvocatessa, che lo aveva lasciato dopo aver appreso che l'uomo aspettava un figlio dalla sua compagna storica. La sentenza è stata emessa dopo quattro ore di camera di consiglio.
ANNIBALI: «ORA VADO A TUTTA BIRRA». «Sono molto contenta, ora vado a tutta birra», ha commentato coi giornalisti la Annibali lasciando l'aula. «Ho sofferto tanto in questi due giorni ma ora è finita. Ora posso fare quello che mi pare senza pensare a quello che mi dicono gli altri. Non m'interessa più di lui»,

giovedì 22 gennaio 2015

Bce, il “quantative easing” di Draghi: che cos’è, come funziona, a cosa serve



da: la Repubblica

Più moneta in circolazione la rete dell’Eurotower contro la caduta dei prezzi
L’acquisto di titoli pubblici serve a immettere liquidità nell’economia con l’obiettivo di scongiurare la deflazione.
I tassi dovrebbero scendere mentre il calo dell’euro aiuterà l’exportMa in Usa funziona meglio. La moneta unica si è già svalutata del 15% sul dollaro
di Federico Fubini

Mario Draghi, 67 anni, è probabilmente arrivato al giorno più importante da quando, dall’inizio di novembre del 2011, riveste il ruolo di presidente della Banca centrale europea. Oggi ha annunciato da Francoforte ciò che i mercati in tutto il mondo aspettano: il «quantitative easing» (QE), l’allentamento «quantitativo» delle condizioni monetarie nei 19 Paesi dell’areaeuro.

1. CHE COS’È IL QUANTITATIVE EASING?
Questo termine è entrato con forza nella discussione pubblica nel 2009, quando la Federal Reserve varò il primo programma di acquisto di titoli del Tesoro e di titoli immobiliari americani dopo il fallimento di Lehman Brothers nel settembre