martedì 30 settembre 2014

Massimo Ranieri ‘Sogno e son desto 2’ 27.09.14: Andrea Obiso ‘Capriccio n.1 di Paganini’

Massimo Ranieri e Elio Pandolfi ‘ Sogno e sono desto 2’ 27.09.14

Massimo Ranieri e Ornella Vanoni ‘Sogno e son desto 2’ 27.09.14

Media, piattaforma on demand: per la gioia di Mediaset e Sky, Netflix slitta al 2016



da: Il Fatto Quotidiano

Netflix spaventa Mediaset e Sky. Ecco perché i progetti sulla rete vanno a rilento
di Fiorina Capozzi

Il gruppo californiano ha appena esordito in Francia, Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Lussemburgo, spiazzando il mercato televisivo tradizionale. Nel nostro Paese il ritardo nello sviluppo della banda ultralarga blocca per ora l'ingresso della tv via web, tenendo al riparo il Biscione e la Rai. Ma è questione di tempo. E l'unica via d'uscita sarà la convergenza con le telecomunicazioni.
Per fortuna in Italia non c’è la fibra ottica in ogni angolo del Paese. Perché altrimenti Mediaset e Sky dovrebbero vedersela direttamente con Netflix, la più grande piattaforma di video on demand del mondo. L’arrivo nel nostro Paese del gigante californiano, che negli Stati Uniti ha cambiato il volto del piccolo schermo e ha inasprito il dibattito sulla neutralità della rete, è per ora rinviato al 2016. Intanto però il colosso che distribuisce circa 100mila titoli a 30 milioni di persone nel mondo con prezzi stracciati (7-10 dollari al mese) ha appena esordito in Francia, Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Lussemburgo. Una vera offensiva per il mercato televisivo del Vecchio Continente che spaventa

Tito Boeri e Luigi Guiso: “Autostrade e Fondazioni, i due veri Poteri Forti”


da: la Repubblica

Matteo Renzi ha dichiarato guerra ai “poteri forti”. Alla domanda di un giornalista che gli chiedeva in cosa consistessero i poteri forti, e cosa intendesse fare, il nostro premier ha preferito glissare. Non sappiamo perciò cosa abbia in mente, oltre forse il sindacato e la battaglia sull’articolo 18. Vorremmo allora suggerirgli due poteri davvero forti che può fortemente ridimensionare senza bisogno di alcun passaggio parlamentare. Gli basterà utilizzare la forza datagli dal voto delle primarie e dal voto europeo.

Il primo è rappresentato dalla lobby delle concessioni autostradali. Oggi costituiscono una barriera importante alla mobilità del lavoro: milioni di italiani pagano i pedaggi autostradali ogni giorno per recarsi dove lavorano.
E i pedaggi continuano ad aumentare (4 per cento quest’anno e l’anno scorso a fronte di un’inflazione vicina allo zero), nonostante il traffico sia in forte riduzione, un caso tipico di abuso del potere di monopolio che viene loro concesso dallo Stato. Aumentano i profitti delle concessionarie, che registrano redditi lordi (prima di imposte e interessi) del 60%, mentre calano gli investimenti nella rete, che intervengono comunque sempre in ritardo rispetto ai piani concordati. Come spiega molto bene Giorgio Ragazzi su lavoce. info,

Luigi Pandolfi: “I contratti a 'tutele crescenti' sono discriminatori e per questo incostituzionali"



da: Huffington Post

Ha qualcosa di sconvolgente (nel senso letterale di "sconvolgere") il principio contenuto nell'emendamento del governo al Jobs Act sulle cosiddette "tutele crescenti", da applicare ai nuovi contratti di lavoro subordinato.
Leggiamo: "(...) il Governo è delegato ad adottare, (...) in coerenza con la regolazione dell'Unione europea e le convenzioni internazionali, (...) la previsione, per le nuove assunzioni, del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio".

Da questa disposizione si ricava che, nella nuova versione del welfare italico prospettata dal governo, sarà l'anzianità di servizio a determinare il livello di godimento dei diritti costituzionali da parte dei lavoratori, dunque, nella generalità dei casi, l'età dello stesso lavoratore.
Nel nostro ordinamento, solo la maggiore età costituisce uno spartiacque nella storia personale di un individuo, delineando una linea di confine tra un prima ed un dopo nella scala di godimento dei diritti sanciti dalla Costituzione. Beninteso, un minore non ha diritto di voto, non ha facoltà piena di porre in essere atti negoziali, ma non per questo è passibile di soprusi e di discriminazioni. Anzi, c'è una tutela rafforzata che lo riguarda, in quanto "soggetto debole".

lunedì 29 settembre 2014

Articolo 18, Massimo D’Alema a Renzi: “ho sentito molte frasi che non hanno attinenza con la realtà”



Condivido e sottoscrivo le valutazioni di D’Alema. E Matteo Renzi farebbe bene a non snobbare certe osservazioni e non liquidarle, per sua comodità, come le parole di gufi, o di rosiconi che hanno avuto tempo e modo per fare riforme ma non sono stati capaci di attuarle. Le sconfitte e i limiti degli altri non escludono che non saremo sconfitti e che non mostreremo anche noi dei limiti. Chi ha orecchi per intende, intenda…


tratto da: Il Fatto Quotidiano

Massimo D’Alema: “Articolo 18 non è tabù da 44 anni. E’ stato cambiato due anni fa”
Ad attaccare il presidente del Consiglio è Massimo D’Alema: “Sono un ammiratore dell’oratoria del segretario del nostro partito tuttavia penso che il dibattito politico debba mantenere un forte aggancio alla realtà. Io potrei fare un lunghissimo elenco di affermazioni prive di fondamento. Si è detto che è la prima volta che si interviene sul costo lavoro, ma il governo Prodi investì 7 miliardi sul cuneo fiscale, il più significativo intervento sul costo del lavoro, con risultati importanti”. E poi prosegue sull’articolo 18: “Ho sentito molte frasi che non hanno alcuna attinenza con la realtà. L’art.18 non è tabù da 44 anni. Io penso che questa riforma costi molto più di due miliardi e mezzo. Costa dieci

Articolo 18, Renzi: solo per licenziamento discriminatorio e disciplinare



da: Il Sole 24 Ore

Renzi: articolo 18 solo per licenziamento discriminatorio e disciplinare. Due miliardi taglio costo lavoro in Stabilità

L’articolo 18 va «superato», lasciando però il reintegro per i licenziamenti illegittimi di carattere «discriminatorio e disciplinare». E ancora un miliardo di «spazio di patto» per gli investimenti dei Comuni, 2 miliardi di taglio del costo del lavoro, Tfr inserito dal primo gennaio 2015 nelle buste paghe a condizione che ci sia un protocollo tra Abi, Confindustria e governo (oltre a 1,5 milardi per i nuovi ammortizzatori sociali) nella legge di Stabilità. Sono queste le novità annunciate da Matteo Renzi nella direzione Pd convocata per discutere di Jobs act, con un’offerta di mediazione lanciata alle minoranza Pd, che ha riconosciuto le aperture del premier e sarebbe orientata a un voto di astensione («ma tutto dipenderà da come sarà scritto il documento finale»). Il premier ha reso noto anche che il Cdm voterà domani l'aggiornamento al Def, scegliendo « di rispettare il limite del 3 per cento deficit/Pil».

Sul lavoro Renzi ha rilanciato:«Costruiamo un nuovo Welfare, votiamo una posizione chiara sulla riforma del lavoro. Nessuno ha la clava, le mediazioni

Fiorella Mannoia: nuovo singolo "Le parole perdute", un album e il tour da novembre



da: http://www.soundsblog.it/

Fiorella Mannoia, Le parole perdute è il nuovo singolo, Fiorella l'album e il tour da novembre 2014

Fiorella Mannoia torna con un nuovo singolo, Le parole perdute, a partire dal prossimo 26 novembre 2014, in radio e in digitale. La canzone (la musica di Bungaro/Chiodo e il testo della Mannoia) inaugura il nuovo progetto discografico che vede previsto per il prossimo 21 ottobre, l'uscita di un disco, FIORELLA, un’antologia musicale a cui hanno preso parte numerosi amici e colleghi della Mannoia, desiderosi di dare concretamente il loro contributo e omaggio a un progetto che celebra in modo speciale i 60 anni dell’artista e i suoi 46 anni di carriera.
Ma entriamo nei dettagli dell'album. Ci saranno 2CD: il primo raccoglie il meglio del repertorio della cantante, compreso ovviamente l’inedito “Le parole perdute”, mentre il secondo disco vede la Mannoia reinterpretare celebri brani e duettare con prestigiosi nomi del panorama musicale italiano.
Infine, un gradito annuncio che vede la cantante tornare ad esibirsi dal vivo con il "Fiorella Live", nei più importanti teatri italiani. Queste le prime date ufficiali annunciate:

Bruno Tinti: “Legge di stabilità, prendi i soldi e scappa. Il lavoro secondo Renzi"



da: Il Fatto Quotidiano

Pare che Renzi&C. abbiano un nuovo progetto: aumentare i salari dei lavoratori dipendenti (privati, per quelli pubblici bisognerà aspettare) inserendo in busta paga fino al 50% del Tfr maturato nell’anno. In questo modo si stimolerebbero i consumi, la produzione e il mercato: finalmente la crescita!   

Questa tecnica da carte di credito (divenite titolari di…,comprate quello che volete subito, pagherete dopo con comode rate) mi lascia molto perplesso. In pratica si spenderebbe oggi quello che si è messo da parte (forzatamente, è vero) per quella fase della vita in cui non si è più produttivi. Ma, quando arriveranno le impietose esigenze della vecchiaia, l’alternativa sarà caricare sulla collettività il costo dell’integrazione del reddito di chi non è più in grado di badare a se stesso; oppure abbandonarlo alla sorte della cicala che non ha seguito gli insegnamenti della formica. La stessa tecnica d’altra parte potrebbe essere utilizzata quanto ai prelievi pensionistici.   

La filosofia di fondo sarebbe la stessa: busta paga più pingue oggi, economia stimolata, in futuro si vedrà. I cittadini sarebbero quasi sempre d’accordo: un po’ per presunzione (saprei ben io come far fruttare i soldi che mi prende

La dura vita dei trentenni alla ricerca del mutuo: “abbiamo incassato 12 no”



da: la Repubblica

“Siamo giovani, uno è precario mutuo vietato in tutte le banche così abbiamo incassato 12 no”
Trentenni in cerca di casa: un contratto a tempo indeterminato da 1.500 euro, un co.co.pro da 1.200. Slalom inutile tra perizie, garanti e polizze
di Tiziana De Giorgio e Matteo Pucciarelli

«Buongiorno, siamo una coppia di trentenni e vogliamo comprar casa, la nostra prima casa ». Comincia così il nostro calvario che quasi ti passa la voglia, tre giorni di pellegrinaggio in dodici istituti di credito: grandi banche nazionali e internazionali, Casse di risparmio e banche popolari. Una simulazione per capire se l’accesso al credito è un’opportunità reale o un miraggio. Presentiamo queste credenziali, che tutto sommato non sono neanche male per due giovani diventati adulti all’epoca della grande crisi economica: un contratto a tempo indeterminato da 1.500 euro netti al mese per lui, un contratto a progetto da 1.200 euro al mese per lei, rinnovato da tre anni di anno in anno. Entrambi laureati, entrambi senza altri prestiti sulle spalle. La casa costerebbe 200mila euro, un bilocale in un quartiere della semi-periferia milanese. Siamo riusciti a racimolare 50mila euro, sommando i

Usa, Banca Centrale: secondo un’ex funzionaria la Fed era succube di Goldman Sachs



da: la Repubblica

Una “gola profonda” inchioda la Fed
Ex funzionaria della Banca centrale americana accusa: “La Federal Reserve era succube di Goldman Sachs” E per dimostrarlo consegna alla radio la registrazione di ore di riunioni degli ispettori. La donna era stata licenziata
di Federico Rampini

Per la prima volta nella storia c’è una “gola profonda” che viene dalla Federal Reserve. E lancia alla banca centrale americana un’accusa grave: «Succube di Goldman Sachs».
La storia è clamorosa, protagonista una funzionaria licenziata in tronco, Carmen Segarra. Lavorava alla Federal Reserve di New York, l’ufficio che all’interno della banca centrale ha i compiti di vigilanza sugli istituti di credito. La Segarra si rese “colpevole” di un’indagine troppo dura su Goldman Sachs. Proprio quella severità le è costata il posto di lavoro. Ma la vendetta della Segarra è implacabile: prima di andarsene ha registrato intere sedute degli ispettori della Federal Reserve. E ieri mattina quelle registrazioni sono andate in onda sulla National Public Radio (Npr). Creando un imbarazzo enorme: è la prima volta che la Fed si trova al centro di un simile scandalo. In

domenica 28 settembre 2014

D’Alema: "Sull’art. 18 Renzi sbaglia. E sulle riforme è istruito da Verdini"



L’opposizione di Bersani e D’Alema, gente che sta in politica da prima di Berlusconi e che ha avuto tempo e modo, rivestendo ruoli di ministro e presidente del consiglio, di cambiare il paese ma non lo ha fatto, rafforza Renzi. Lo scontro non esiste perché l’”uomo solo al comando” Marc’Antonio Matteo Renzi ha la maggioranza e la minoranza si dovrà adeguare.
Serve un’opposizione interna “vergine”, con capacità mentale e comunicazionale. Civati ha in parte queste qualità ma dovrebbe passare molto tempo in tv come Renzi per “bucare” gli italiani. E, comunque, Civati è furbetto. Non meno di Renzi….Ma, proprio per questo, è l’unico che può avere credibilità.
D’Alema, come altre volte gli è successo, osserva acutamente (le considerazioni sul perché Renzi stia spingendo lo scontro sono centrate, del resto: sono evidenti agli immuni al “fascino seduttivo” di Matteo) ma ciò che sostiene poco importa all’opinione pubblica, perché viene da uno di quelli considerati ”la vecchia politica che non ha fatto nulla, che ha contribuito allo sfascio attuale”. E poi…l’intelligenza si compone di due specie: la capacità di comprendere e la capacità di comportarsi, cioè di decidere e scegliere in ragione di ciò che si è capito.
D’Alema avrà anche (non sempre) la capacità di capire ma, contrariamente a ciò che può pensare il soggetto in questione, non è che primeggi nell’intelligenza comportamentale. Quanto meno, la storia politica italiana – a oggi - dimostra questo. Con ciò, lo ritengo ancora il più attrezzato per fare il ministro degli esteri. A Roma o a Bruxelles.

da: Il Corriere della Sera – di Dario De Vico
L’ex premier: è in difficoltà con Bruxelles e cerca di dare un segnale per tranquillizzare i conservatori. L’unica vecchia guardia con cui parla è rappresentata da Berlusconi»

«Renzi è in evidente difficoltà nei rapporti con Bruxelles. E sull’articolo 18 è in atto un’operazione politico-ideologica che non corrisponde a nessuna urgenza. Non esiste un’emergenza legata alla

Pier Paolo Pasolini: Lettere Luterane / 2




Paragrafo secondo: come devi immaginarmi 

Potrei dirti tante cose che è necessario che tu, Gennariello, sappia del tuo pedagogo.
Non voglio fare un elenco di particolari, che verranno certamente fuori un po’ alla volta, necessitati dalle occasioni (infatti il nostro discorso pedagogico sarà pieno di parentesi e di divagazioni: appena qualcosa di attuale sarà così urgente e significativo da interrompere il nostro discorso, noi lo interromperemo).
Vorrei scegliere un solo punto: cioè ciò che la gente dice di me, e attraverso cui tu mi hai dunque finora conosciuto (ammesso che tu sappia della mia esistenza). Ciò che attraverso la gente hai saputo di me si riassume eufemisticamente in poche parole: uno scrittore-regista, molto «discusso e discutibile», un comunista «poco ortodosso e che guadagna dei soldi col cinema», un uomo «poco di buono, un po’ come D’Annunzio».
Non polemizzerò con queste affermazioni che hai ricevuto, con commovente concordanza, da una signora fascista e da un giovane extraparlamentare, da un intellettuale di sinistra e da un marchettaro.

Pier Paolo Pasolini: Lettere Luterane / 1



Gennariello

Paragrafo primo: come ti immagino 

Poiché tu sei il destinatario di questo mio tratterello pedagogo, che qui esce a puntate – rischiando naturalmente di sacrificare l’attualità all’esecuzione progressiva del suo progetto – è bene, prima di tutto, che io ti descriva come ti immagino.
E’ molto importante, perché è sempre necessario che si parli e si agisca in concreto.
Come il tuo nome immediatamente suggerisce, sei napoletano. Dunque, prima di andare avanti con la tua descrizione, poiché la domanda sorge impellente, dovrò spiegarti in poche parole perché ti ho voluto napoletano.
Io sto scrivendo nei primi mesi del 1975: e, in questo periodo, benchè sia ormai un po’ di tempo che non vengo a Napoli, i napoletani rappresentano per me una categoria di persone che mi sono appunto, in concreto, e, per di più, ideologicamente simpatici. Essi infatti in questi anni – e, per la precisione in questo decennio – non sono molto cambiati. Sono rimasti gli stessi napoletani di

venerdì 26 settembre 2014

Rai1, Sogno e son desto, terza e ultima puntata: con Ornella Vanoni, Masini e Zarillo




Sogno e son desto 2, Ornella Vanoni, Michele Zarrillo e Marco Masini per il gran finale
ll one-man-show di Massimo Ranieri chiude questa seconda edizione con la terza serata. Sabato 27 settembre alle ore 21.10 su Rai 1


Si conclude il 27 settembre su Rai 1 alle ore 21.10 il secondo ciclo di Sogno e son desto, lo show televisivo ispirato allo spettacolo che Massimo Ranieri sta portando in tournée in tutt’Italia, che è composto non solo di canzoni, racconti di vita e di teatro, ma vuol essere anche un riconoscimento al coraggio delle persone comuni e alla dignità insita in ciascuno di noi. Anche per la puntata finale accanto al cantante e attore napoletano ci saranno Morgan e Simona Molinari, ma non mancheranno grandi ospiti.

In questa puntata finale i telespettatori assisteranno ancora a tanti i momenti di musica, recitazione, comicità. Il primo segmento del programma è dedicato a Ornella Vanoni, che insieme a Massimo Ranieri, ripercorrerà i suoi momenti

Rai3, Fabio Fazio: cambio titolo al programma “Che Fuori tempo che fa” e remake del Rischiatutto


da: Il Messaggero

Fazio: “E ora Rischiatutto”
Il conduttore torna sabato e domenica su Raitre con il programma che cambia titolo, “Che Fuori che tempo che fa”. Racconta le novità e parla del progetto di un remake del celebre quiz di Mike.
Intervista di Marco Molendini

Fabio Fazio ci prova. Dopo tredici anni di Che tempo che fa è ora di provare a cambiare. «La tv è in crisi e non è solo un calo di ascolti, è una rivoluzione di abitudini», riflette alla vigilia del nuovo debutto. Si va in onda, al solito, con la doppietta del weekend, ma stavolta il programma del sabato di Rai 3 volta pagina, a cominciare dal titolo, Che Fuori tempo che fa, parafrasi del momento che vive la nazione: sarà un rotocalco fatto di servizi (nel primo numero c’è Fabio Volo, inviato al matrimonio di George Clooney a Venezia), brevi incontri, collegamenti (con Franco Di Bella da Parigi e Gianni Riotta da New York, via Skype coi corrispondenti di guerra) per «raccontare il sabato sera con gli argomenti di cui si parla», dice. La domenica resta il talk classico con gli ospiti (si ricomincia da Matteo Renzi, ma ci sarà anche Willem Dafoe per parlare del film su Pasolini) e con il dulcis in fundo del siparietto comico di Luciana

The Good Wife, sesta stagione, 2° episodio: promo “Trust Issues”


Jeff Buckley: Hallelujah

Leonard Cohen: Hallelujah

Musica digitale, regali non graditi: U2



da: Il Post

U2 obbligatori
di Massimo Mantellini

Qualcuno ha pensato fosse una buona idea. Un’idea per lo meno originale che, per la risonanza mondiale dei soggetti coinvolti, avrebbe ricevuto grandi attenzioni, avrebbe stupito e meravigliato. Così puntualmente è stato e quando Tim Cook, durante la presentazione Apple avvenuta a San Francisco qualche giorno fa, ha chiamato sul palco la band degli U2, abbiamo capito che il nuovo disco del gruppo irlandese, regalato a tutti gli utenti iTunes (500 milioni di persone nel mondo) che di lì a poco lo avrebbero ricevuto contemporaneamente, era un gigantesco colpo di teatro. Scelta inedita. Grande effetto sui media. Notorietà per tutti. Per Apple, per iTunes. Per gli U2.
È andata proprio così? Non esattamente.

La musica ha una relazione di grande intimità con ciascuno di noi. Ognuno accarezza i propri gusti, li mantiene separati da quelli degli altri. Oppure gode nel collegarli o contrapporli a quelli di altre persone. Attraverso la musica parliamo di noi agli altri. Esponendo (o celando) le note che ci piacciano

“Padri e figli”, Silvio e Matteo: la Rai va a Renzusconi, megasconto a Mediaset




da: Il Fatto Quotidiano

L’Agcom ha già pronto lo “scontone” a Mediaset
di Carlo Tecce

Pronta la cacciata della Tarantola dalla presidenza di viale Mazzini: al suo posto Pilati, l’uomo della legge Gasparri. Cambia il metodo per ricalcolare i canoni delle concessioni televisive: il Biscione risparmierà 80 milioni, la Tv di Stato un centinaio. Chi paga? La7 e le piccole emittenti

Ecco il cambio di verso per la televisione: i ricchi pagano di meno, i poveri pagano di più. Oppure: mercato sempre più comodo per i ricchi e sempre più scomodo per i poveri. Anzi, impossibile per i poveri.
Questo clamoroso cambio di verso, nonostante i rimproveri dell’Unione europea e la ribellione dei piccoli editori, verrà ratificato la settimana prossima dall’Autorità di garanzia (Agcom) che applicherà uno sconto milionario a Mediaset e Rai sul canone per la concessione delle frequenze televisive, un bene pubblico: in sette anni, il Biscione potrebbe risparmiare almeno 80 milioni di euro, la Rai addirittura più di 100 (quasi 126). In totale: 200 per due.

Processo trattativa Stato-mafia: Napolitano dovrà testimoniare



da: Il Sole 24 Ore

Napolitano dovrà testimoniare al processo sulla trattativa Stato-mafia. Il capo dello Stato: «Prendo atto, nessuna difficoltà

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sarà sentito al processo per la trattativa tra Stato e mafia. Lo hanno deciso i giudici della Corte d'Assise di Palermo che hanno così accolto la richiesta avanzata dai pm nell'ultima udienza. La Corte d'Assise di Palermo, presieduta dal giudice Alfredo Montalto, ha così sciolto la riserva riguardo l'audizione del capo dello Stato a cui le parti avevano rinunciato. «Prendo atto dell'odierna ordinanza della Corte d'Assise di Palermo», ha scritto in una dichiarazione il capo dello Stato. «Non ho alcuna difficoltà a rendere al più presto testimonianza - secondo modalità da definire - sulle circostanze oggetto del capitolo di prova ammesso».

giovedì 25 settembre 2014

Marco Castoldi in arte Morgan: “Sto lavorando a cinque nuovi dischi”




Morgan: "Sto lavorando a cinque nuovi dischi"

Morgan è stato ospite questa mattina di Deejay Chiama Italia. Linus e Nicola Savino avevano invitato lui e il vincitore dell'ultima edizione di X Factor, Michele Bravi, per parlare del talent targato Sky, di cui questa sera andrà in onda una nuova puntata delle Audizioni. Naturalmente, l'ex frontman dei Bluvertigo si è presentato in via Massena con un discreto ritardo, tanto che i due conduttori non sapevano più se poter sperare o meno in una sua epifania. Verso le 11.40, però, eccolo lì in studio pronto a dissertare di tv. E soprattutto di musica. Avete presente il disco che, praticamente ogni mese, dice di essere lì lì per pubblicare? Ecco, adesso salta fuori che non si tratta di un solo cd. Ma di ben cinque album.
Una boutade o forse forse del vero c'è in questo annuncio? Non possiamo che sperare ed essere cautamente ottimisti, anche perché Morgan ha voluto rivelare qualche dettaglio ulteriore sul suo nuovo lavoro di studio che, se confermato, uscirebbe a quasi un decennio dall'ultimo disco firmato Marco Castoldi, Da A ad A.

Il mio nuovo disco non è mica il Sacro Graal, anche perché quello forse nemmeno esiste, mentre il mio album c'è eccome. Anzi, si tratta di cinque dischi che avranno tutti lo stesso titolo: MS. No, non sto facendo pubblicità alle sigarette, M. e S. sono due iniziali che stanno per Musica Sentimentale, Musica Sociale, Musica Seria e così via.
Purtroppo non sappiamo altro, ma è già molto di più di quanto potessimo aspettarci. Inoltre, il buon Castoldi ha anche annunciato che prossimamente sarà in vendita un altro disco, La Squadra di Morgan, che conterrà i maggior talenti da lui "allevati" nel corso di tutte le edizioni del talent, dai tempi della Rai all'era Sky.
Quanto di tutto questo accadrà davvero? Mentre ce lo chiediamo, vi regaliamo l'espressione con cui Linus ha accolto oggi il ritardatario Morgan in studio. Paura, eh? 

 

Nemici ed ex nemici di Obama: Isis e Bashar al Assad (Siria)



Sarà per la crisi italiana, sarà perché gli italiani sono presi a “smanettare” tablet e smartphone per leggere e scrivere cazzate, ma ciò che succede all’estero non interessa, non attira attenzione.
Quindi, non so in quanti avranno fatto caso ad alcune notizie buttate qua e là a ogni “impresa” dell’Isis. Le persone che sono state decapitate erano nelle mani dell’Isis non da un paio di settimane, manco da tre mesi, ma da più tempo. 
Non lo sapevamo. Perché c’è la crisi, perché stiamo nei social network, perché a noi che organo sessuale maschile ce ne frega, perché…..non ce l’hanno fatto sapere. 

Quando ho sentito e letto delle prime barbare esecuzioni, mi sono chiesta: ma questi sono spuntati fuori da un giorno all’altro? Mi sono anche data una risposta ovvia: no. Ma gli ostaggi di questi assassini da quando sono nelle loro mani? Leggendo l’articolo che ho riportato nel post sotto, ho avuto conferma di ciò che sospettavo.
Del resto, è sempre così. Inerzia, indifferenza. Disinformazione. Poi, improvvisamente, si apre il fuoco. Per opportunismo. Per interessi propri. Gli interessi dei mercanti d’armi, gli interessi americani. 

Sia chiaro. Papa Francesco fa il suo mestiere. E bene ha fatto, ad esempio, con

Shady Hamadi: “Siria, perché Obama ha scelto di intervenire ora”



da: Il Fatto Quotidiano

Per la prima volta in oltre tre anni di guerra, gli Stati Uniti sono intervenuti nel conflitto siriano. L’Isis rappresenta una minaccia globale” sostiene Obama, il regime genocida di Assad, a quanto pare, no. Nell’agosto del 2013, oltre mille persone, già dimenticate, morirono a seguito di un attacco chimico condotto contro alcune località della periferia di Damasco solidali con la rivolta. La famosa linea rossa, quella sull’uso delle armi chimiche, era superata. Obama, pressato dall’opinione pubblica – sconvolta dalle immagini del massacro - e dalla necessità di far seguire alle parole i fatti, ventilò l’ipotesi d’intervenire contro il regime di Damasco.

L’Isis, nell’agosto 2013, era già presente in forze in Siria e stava consolidando le sue posizioni a scapito dei ribelli. Decine di giornalisti, attivisti e scrittori, solidali con la rivoluzione, venivano fatti sparire (ammazzati o sequestrati) dall’Isis. Obama, sotto pressioni internazionali, da parte di Russia e Iran, non intervenne. “La guerra per l’esportazione della democrazia”, come la liquidò (superficialmente) più di uno, fu sventata. Papa Francesco aveva perfino proclamato un digiuno contro l’intervento americano. Ben poche, anzi, nessuna, furono le voci di condanna contro le campagne di

Marco Travaglio: “Questo matrimonio s’ha da fare”



da: Il Fatto Quotidiano

Non si può più fare una battuta che viene subito presa per un suggerimento e si avvera. Da tempo scherziamo sul Partito Unico Renzusconi, fra patti e ripatti del Nazareno, tête-à-tête a Palazzo Chigi fra lo spregiudicato e il pregiudicato, controriforme della Costituzione, della giustizia e dell’articolo 18, grattini della Boschi a caval Donato Bruno, smancerie, toccatine, pizzini, baci e bacetti.
Bene: pare che l’ultima volta che si sono visti, B. abbia proposto a Renzi di unificare i rispettivi partiti, magari dopo aver depurato il Pd di ciò che resta dell’anima di centrosinistra con l’apposita devastazione dei diritti dei lavoratori. Ciò gli consentirebbe di risolvere l’annoso problema della successione: perché baloccarsi ancora tra Alfano, che ormai sfugge ai radar, e Fitto, che non è mai sfuggito ai tribunali, quando c’è Matteo, il figlio adottivo prediletto? Ora ha pure il padre inquisito per bancarotta: è la sua prova d’amore, che si vuole di più dalla vita? Potrebbe chiamarsi Forza Pd, o Partito Demo-forzista: qualche elettore gufo, ancorato ai vecchi steccati ideologici del passato, storcerebbe il naso per un pò. Ma poi la gran parte se ne farebbe una ragione. L’operazione garantirebbe anzitutto la governabilità: stando ai sondaggi, Forza Pd assommerebbe il 40 % del Pd e il 16-17 di FI, avvicinandosi al 60. A quel punto, anche le estenuanti discussioni sulla legge

Scandal, quarta stagione, 1° episodio dal 25 settembre 2014: "Where On Earth Is Olivia Pope?"


mercoledì 24 settembre 2014

Ferruccio De Bortoli: “Il nemico allo specchio”



Che è successo a De Bortoli, per pochi mesi ancora direttore del Corriere della Sera.
Mangiato pesante? Difficoltà ad “evacuare”? Applicazione di “indicazioni” di qualche consigliere di amministrazione Rcs Mediagroup? Libertà di pensiero “facilitata” dalla consistente buonuscita che ammonta a 2,5 milioni di euro?

Vabbè. Ho capito. Voleva finire tra i titoli del mio blog. Come capita a pochi giornalisti.
Eccolo accontentato. Dopo tutto, l’articolo non è di quelli referenziali e autoreferenziali…

da: Corriere della Sera

Devo essere sincero: Renzi non mi convince. Non tanto per le idee e il coraggio: apprezzabili, specie in materia di lavoro. Quanto per come gestisce il potere. Se vorrà veramente cambiare verso a questo Paese dovrà guardarsi dal più temibile dei suoi nemici: se stesso. Una personalità egocentrica è irrinunciabile per un leader. Quella del presidente del Consiglio è ipertrofica. Ora, avendo un uomo solo al comando del Paese (e del principale partito), senza veri rivali, la cosa non è irrilevante.

Massimo Ranieri e Simona Molinari: Un’estate fa, La Musica è finita (Franco Califano)


Massimo Ranieri ‘Sogno e son desto 2’ 20.09.14: Canzone per te (Sergio Endrigo)

Massimo Ranieri e Morgan ‘Sogno e son desto 2’: Gaber e O mia bella Madunina

Massimo Ranieri ‘Sogno e son desto 2’: Una casa in cima al mondo

Massimo Ranieri e Caparezza ‘Sogno e son desto 2’ 20.09.14: Volare

Squadra Antimafia 6, terza puntata: tanto valeva farla di mezz’ora….



Valsecchi e gli sceneggiatori una cosa l’hanno imparata dalle serie americane: le puntate inutili o pressochè tali, per poi arrivare alle “puntatona” (che, talvolta, delude).
Si dorme o quasi per più di tre quarti della puntata e poi: si scopre chi è la talpa senza che vi siano stati indizi, segnali in precedenza (non è che in questa sesta stagione gli sceneggiatori siano sempre in forma). E in men che non si dica, si scopre di chi sia il cadavere carbonizzato: del medico che ha in cura Rosy Abate. No. Dico. Si poteva anche fare una puntata di mezz’ora, di cui dieci minuti di pause pubblicitarie (due da cinque) e venti minuti di Squadra Antimafia.
E meno male – per i fans che seguono questa serie da ben sei stagioni – che a salvare il tutto arriva il promo della quarta puntata. Ecco. I promo delle serie

Pedofilia: arrestato in Vaticano l’x nunzio apostolico Wesolowsky



da: Avvenire

Pedofilia, arrestato l'ex nunzio Wesolowsky

Jozef Wesolowski, polacco, ex nunzio apostolico, 66 anni, è stato messo martedì sera agli arresti domiciliari all’interno del Vaticano nell’ambito del processo “civile” in corso dentro le mura Leonine in seguito alle accuse per gravi fatti di abuso a danno di minori avvenuto nella Repubblica Domenicana dove è stato rappresentante pontificio dal 2008 al 2013.

Il provvedimento è intervenuto dopo che il Promotore di Giustizia del Tribunale di prima istanza dello Stato della Città del Vaticano aveva convocato Wesolowski - già condannato in prima istanza dalla Congregazione della Dottrina della Fede alla dimissione dallo stato clericale al termine di un separato processo amministrativo penale canonico – e gli aveva notificati i capi di imputazione del procedimento penale avviato a suo carico.

“La gravità degli addebiti – ha confermato una nota vaticana dopo che la notizia era trapelata sul tg serale de La7 - ha indotto l’Ufficio inquirente a disporre un provvedimento restrittivo che, alla luce della situazione sanitaria dell’imputato,

Valentina Felici: “Il privilegio di un figlio, suggerimento a Renzi”



da: Il Fatto Quotidiano

Caro Matteo, ti ringrazio dell’opportunità di esprimere i nostri suggerimenti al governo. Noto con piacere che nella tua proposta non menzioni le donne, certo ormai piene di diritti e di tutele. Prendi la maternità, ad esempio. Già che siamo in tema di articolo 18, ma perché non abolite anche quella tutela che impedisce il licenziamento durante la gestazione? Se una decide di mettere al mondo un figlio, che se la cavi da sola! Che poi, parliamoci chiaro . Queste qui non fanno altro che mettere al mondo altri precari, che verranno a bussare alla porta dei prossimi governi.
Credo quindi sia giusto che il compito di metter al mondo dei figli spetti a chi se lo può permettere. Prendi la Madia, per esempio, lei sì che è un esempio di stakanovismo. Lei che riesce a incarnare la mamma lavoratrice perfetta; una che da un lato non si ferma di lavorare neanche durante il travaglio (purtroppo!) e dall'altro non si perde una puntata di Peppa pig, neanche venisse nominata ministro! Oppure prendi la Boschi. Ha dichiarato di voler fare 3 figli. E se permetti, ho già prenotato tutte le prossime esclusive di “Chi” riguardo all'eventuale dolce evento! Quindi, cari Marta e Giuseppe, non vi affannate a

Tutti i guai di Descalzi, nominato da Renzi che sull’Eni ha….cambiato idea (ma non mi dire…)



da: Il Fatto Quotidiano

Inchiesta nigeriana L’Ad in difesa (con autogol)
Tutti i guai di Descalzi, l’Eni annaspa
di Stefano Feltri

Per Claudio Descalzi, l’amministratore delegato dell’Eni, ogni giorno è peggio. Ieri il titolo dell’azienda energetica è sceso del 3,21 per cento a Piazza Affari. Effetto fisiologico dell’acconto del dividendo 2014, 0,56 centesimi per azione, deciso mercoledì scorso? Sicuramente, ma anche del clima negativo attorno al gruppo dopo che i giornali hanno rivelato l’avviso di garanzia a De-scalzi. L’accusa è di aver partecipato a un complesso affare in Nigeria: l’Eni comprava un colossale giacimento dal governo, ma decine di milioni sono finiti su conti svizzeri. Dovevano andare ai mediatori, il nigeriano Obi e gli italiani Luigi Bisignani e Gianluca Dinardo, ma anche ai manager Eni, inclusi l’ex Ad Paolo Scaroni e Descalzi. Questa l’accusa (anche se i soldi poi sono stati fermati in Svizzera).
Dopo aver incassato il colpo, Descalzi ha reagito. Con risultati discutibili, chissà se colpa del suo carattere meno istrionico di quello di Scaroni, o della riduzione annunciata del budget destinato a pubblicità e giornali (200 milioni) oppure