venerdì 21 settembre 2012

Regione Lazio: fondi neri



Sempre più “convertita” alle teorie del Lombroso.
Se li guardi li eviti…



da: Lettera 43 

Caos Lazio, 10 nel mirino

Un'organizzazione tutt'altro che ordinata, dove chiunque poteva avere dei soldi alzando semplicemente la cornetta.
Le sette ore di interrogatorio di Franco Fioriro (che è atteso anche a Viterbo per rendere conto di un giro di fatture gonfiate), hanno permesso agli inquirenti di avere un quadro più preciso di quello che succedeva in Regione Lazio.
L'ex tesoriere ha accusato altri otto consiglieri, e avrebbe chiamato in causa anche Renato Polverini, salvo poi smentire tutto (guarda il video).
GESTIONE CAOTICA. «Una gestione caotica dei fondi ai quali si poteva accedere con estrema facilità, anche solo con una telefonata», è stata la conclusione dei pubblici ministeri.
I pm lo hanno definito «un sistema senza un serio controllo che spesso avveniva con violazione di legge». 

Conclusioni che hanno fatto anche scattare i controlli della Guardia di finanza. Si tratta della seconda volta in pochi giorni, dopo la prima visita per acquisire documenti avvenuta il 14 settembre.
FINANZA ALLA PISANA. La mattina del 20 settembre i finanzieri hanno ascoltato alcune persone nella sede del Consiglio regionale, alla Pisana.
Secondo quanto si è appreso gli investigatori starebbero cercando riscontri alle parole e alle carte depositate da Franco Fiorito.
L'ex capogruppo e tesoriere del Popolo della libertà alla Regione Lazio, indagato per peculato, avrebbe chiamato in causa il capogruppo Francesco Battistoni, che ha presentato le dimissioni dal suo incarico, il presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese, i consiglieri Miele e Bernaudo (quelli delle «cravatte di Marinella» e delle cene «ostriche e champagne»).
ACCERTAMENTI PRIMA DI NUOVI INDAGATI. Rispetto ai nomi fatti da Fiorito, nel corso del suo interrogatorio, i magistrati del pool reati in danno della pubblica amministrazione, hanno avuto un incontro nell'ufficio del procuratore aggiunto Alberto Caperna.
Secondo quanto si è appreso, si starebbero facendo accertamenti prima di procedere ad eventuali nuove iscrizioni sul registro degli indagati o chiederne la convocazione come testimoni.
Il segretario Alfano ha richiamato all'ordine i capigruppo
Il terremoto del Lazio sta però minando le fondamenta dello stesso Pdl. Con il segretario nazionale Angelino Alfano che si è visto costretto a intimare: «Mai più quello che è accaduto nel Lazio».
A raccolta per un vertice martedì 25 settembre, presso la sede del Popolo della Libertà, in via dell'Umiltà n. 36, sono stati chiamati i capigruppo e i vice capigruppo di tutti i consigli regionali d'Italia.
«BATTISTONI ESEMPLARE». Il segretario del partito ha poi voluto rivendicare come esemplare la scelta di Battistoni di rassegnare le dimissioni dalla sua carica di capogruppo in Consiglio regionale: «Battistoni si è dimesso da capogruppo non già perche fosse indagato o sfiduciato politicamente, ma per un suo gesto di grande responsabilità nei confronti delle istituzioni e del Pdl che non possiamo che apprezzare», ha detto Alfano.
«Il Pdl in pochi giorni ha cacciato Fiorito dal partito, sostenuto il coraggioso piano di riforme della presidente Polverini, rinnovato i vertici del gruppo consiliare e convocato i capigruppo di tutte le regioni, per condividere una linea comune che evidenzi la correttezza dei nostri gruppi regionali e rafforzi gli elementi di trasparenza nei confronti dell'opinione pubblica sulla gestione dei fondi pubblici. Ci aspettiamo adesso che anche gli altri partiti si comportino come il Pdl, il 'così fan tutti' non giustifica nessuno».
VERTICE CON BERLUSCONI. A Palazzo Grazioli invece si è tenuta il 20 settembre una riunione tra Silvio Berlusconi e lo stato maggiore del partito.
Il tentativo è quello di evitare l'effetto valanga, che nel Lazio è particolarmente grave e potrebbe andare a complicare ulteriormente la corsa al secondo mandato del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Perché il problema non riguarda solo lo scandalo, ma la genesi di un partito in cui ex An ed ex Forza Italia non hanno mai trovato una vera e propria fusione tra di loro, e in cui l'assenza di una lista del Pdl alle ultime regionali, a causa del ritardo con cui venne presentata, ha complicato ulteriormente la situazione.
Da risolvere poi ci sono le questioni legate ai rifiuti, al Piano casa che non decolla e alla sanità. Tanti problemi per Polverini, che nelle dimissioni potrebbe addirittura trovare un'opportunità per rilanciarsi in chiave nazionale.
SCONCERTO PER IL TOGA PARTY. Intanto anche la governatrice ha preso le distanze dalle dichiarazioni di Fiorito e dalle foto delle feste di De Romanis. (Guarda la fotogallery).
«Sono stata invitata ad una festa da un consigliere per festeggiare l'addio al suo vecchio incarico, questo ragazzo credo abbia rapporti con Tajani: le foto mostrano il mio sconcerto e me ne sono andata via subito», ha detto Polverini in riferimento al toga party del consigliere regionale Carlo De Romanis.
PDL CI HA MESSO NEI GUAI. «Io non chiedo la testa di nessuno, faccio il presidente di Regione e agisco nel rispetto delle mie prerogative», ha sottolineato il governatore del Lazio, aggiungendo però che «il Pdl, partito che sostiene la mia maggioranza, ci ha messo nei guai attraverso persone poco perbene, a dire poco» e ha detto a «tutti i ragazzi che hanno avuto l'opportunità straordinaria di rappresentare i cittadini del Lazio in Consiglio regionale che è ora di tacere». Polverini ha poi ha precisato di aver solo sentito, e non visto, Berlusconi.
I sindaci del Pdl invocano il rinnovamento
L'istanza di pulizia e rinnovamento è stata accolta da una delegazione di sindaci del Pdl, secondo cui «portare avanti con forza una battaglia di rinnovamento che metta al centro la questione morale e il legame diretto con i cittadini basato su credibilità e competenza».
Così i primi cittadini del partito hanno chiesto in un documento rivolto al segretario, Angelino Alfano.
«BATTAGLIA URGENTE». Il documento - sottoscritto dai sindaci di Pavia, Lecce, Verbania, Ascoli Piceno e Pescara, a cui si sono aggiunti i primi cittadini di Cremona, Frosinone, Siracusa, Scafati, Mondragone e Teramo - sollecita l'avvio di una «battaglia la cui urgenza risulta quanto mai evidente a fronte degli accadimenti di questi giorni».
Nel corso di un incontro che la delegazione di sindaci Pdl ha tenuto la mattina del 20 settembre a Roma con il segretario nazionale del partito, «è stato manifestato un forte malessere rispetto alla gestione a livello locale del partito, spesso guidato da figure calate dall'alto e nominate non certo attraverso criteri meritocratici».
CONFERENZA STAMPA IL 26 SETTEMBRE. La delegazione dei sindaci ha reso noto che mercoledì 26 settembre intende tenere una conferenza stampa presso la sede del partito in via dell'Umiltà per illustrare un documento programmatico incentrato sulla necessità «di rinnovare la classe dirigente attraverso l'introduzione di meccanismi elettivi per tutti i livelli decisionali del partito che risultano ancora frutto di cooptazione/nomina gerarchica».

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