lunedì 24 settembre 2012

Rai e Mediaset, fiction Caruso e L’Onore e il rispetto 3: cos’hanno in comune


Inizio dalla Rai.
A parte la banalità di fare fiction solo di carattere biografico, di trattare di santi, bisognerebbe – quanto meno – saper raccontare ciò che si vuole rappresentare.
Devo anche capire il senso delle fiction in due puntate. O fai un film-tv e lo esaurisci in una sera o fai una fiction che racconti in maniera proporzionale una storia.
Le fiction in due puntate, fatte probabilmente per risparmiare sui costi oltre che per la totalità assenza di fantasia, non sono né carne né pesce. Troppo corte per raccontare alcuni personaggi e storie, nulla a che vedere con la struttura di un film tv.


Ieri sera, RaiUno ha trasmesso la prima delle due puntate della fiction su Caruso. Sarà che è lunedì e quindi non trovo le perifrasi, ma l’ho trovata una schifezza. Offensiva per il personaggio. Offensiva per gli spettatori. Mi è parso un fotoromanzo. Una rappresentazione superficiale. Una macchietta di fiction.
L’ho vista, più che altro, perché c’era Vanessa Incontrada, che trovo sia una tra le poche ad avere completezza: sa essere drammatica e brillante. Ieri sera mi sembrava Anna Karenina. Donna che stra-adoro, personaggio che racchiude molte delle inquietudini femminili,  ma in questa macchietta di vita artistica-personale di Caruso non c’entrava nulla. O aveva sbagliato set: cioè pensava di impersonare Anna Karenina o il regista Stefano Reali, che ha all’attivo anche buone fiction quali ‘Un uomo sbagliato’ e ‘Lo scandalo della Banca Romana’ (guarda caso…entrambe con Beppe Fiorello), dev’avere una passione per il caffè lungo, nel senso che si è preso delle pause caffè che sono durate a lungo. Talmente a lungo che è stato sostituito dal fotografo che ha scattato qualche istantanea e ne ha fatto il montaggio. Risultato: la prima puntata (e quella di stasera non promette di essere diversa) della fiction Caruso.

Ma nelle scorse settimane, dopo aver beccato qualche notizia nel web su delle teste mozzate, sono entrata nel sito di Mediaset e ho guardato qualcosa dei video de ‘L’onore e il rispetto parte terza’.


Per prima cosa, una considerazione di carattere generale.
Mediaset è l’azienda di Silvio Berlusconi. Silvio Berlusconi è colui che disse, quando era presidente del consiglio, supportato da uno dei più grandi geni esistenti nella politica: Maurizio Gasparri, che la serie “La Piovra” ci sputtanava all’estero.
A parte quella “piccola contraddizione” di un padrone della tv in cui si trasmette ‘Il Capo dei Capi’, la 'Piovra' è uno dei migliori prodotti televisivi mai realizzati. In tutti i sensi: storie, interpreti, musica.
Mi chiedo, dopo aver visto alcuni momenti de ‘L’Onore e il rispetto 3’, sta roba che figura ci fa fare all’estero?

Peggio e meno peggio di questa fiction.
Per fortuna, in questa ultima edizione, non c’è Manuela Arcuri. Il tasso qualitativo della recitazione si è elevato? No. Perché abbiamo la tanto inutile Laura Torrisi.
Da questo punto di vista, le serie di questa fiction Mediaset hanno per così dire mantenuto continuità. Manuela Arcuri è indubbiamente una bella gnocca, il suo rapporto con la recitazione è inesistente. La compagna di Pieraccioni è una bella gnocca, il suo rapporto con la recitazione inesistente.

Contrariamente a quanto pensano e scrivono alcuni maschietti cui l’invidia fa “prudere” alcuni parti del corpo, il peggio di questa fiction prodotta da Ares non è Gabriel Garko. Oggettivamente, ci sono momenti nei quali è espressivo, mostra in maniera adeguata le sensazioni che deve trasmettere, così come in altri è…una macchietta.
Non ritengo che la responsabilità del tratteggio macchietta sia interamente di Garko. Lo sostengo oggettivamente perché il bel Gabriel non m’attizza. Le mie preferenze cerebrali e ormonali vanno ad altri suoi colleghi. Faccio quindi una valutazione “asettica” e trovo che sia espressivo nel modo giusto quando mostra il lato umano debole, sensibile (forse, perché non recita, ma trasmette un lato di sé) mentre è mediocre e a tratti inguardabile nei momenti da duro vendicativo perché deve rappresentare una macchietta di mafioso.

Ma quello della macchietta dev’essere il filo conduttore delle fiction post Silvio Berlusconi al governo. Che siano Rai, che siano Mediaset.
E pensare che Silvio dopo averci fatto sapere che ‘La Piovra’ ci sputtanava all’estero (detto da lui…che di sputtanamenti ne ha provocati tanti e tali che stiamo ancora pagando, nel senso letterale del termine) aveva “disposto” che in tempo di crisi le fiction devono essere rassicuranti.
E, infatti, arriviamo a…delle rassicuranti teste mozzate.

Ora.
Se vuoi decapitare qualcuno in prima serata con bollino rosso, ok. Ma se giri una scena nella quale la testa è esposta in pubblica piazza davanti a una chiesa, falla vedere. Non intravedere. E, magari, se non stai prendendo un lungo caffè: dai un’occhiata a Laura Torrisi.
No. Dico. Se arrivaste in una piazza e vi dicessero di non guardare in una certa direzione, ma voi imperterriti proseguite così da vedere la testa di vostro fratello, l’espressione sarebbe quella di Laura Torrisi? Quella sarebbe una donna disperata dal dolore oltre che dalla crudeltà?

Ma una testa mozzata non basta.
Eccone un’altra. E se la prima s’intravede per un attimo, la seconda passa in un decimo di secondo.
Che senso ha raccontare un atto di violenza crudele e poi fermarsi, autocensurarsi nel mostrare l’atto finale di tanto violenza? Questo è il risultato di mediocri sceneggiature oltre che di altrettanto mediocri regie. Ed è anche la dimostrazione che Giancarlo Squeri (direttore fiction Mediaset) non decide il prodotto, non né ha la supervisione.
Il piano industriale di Mediaset prevede tagli. Perché non ridurre lo stipendio a Scheri visto che ha così poco da fare?...

La dimostrazione della pochezza di ‘L’Onore e rispetto’ sta anche negli ammiccamenti a certo pubblico femminile ormonato. Gabriel Garko mostrato a dorso nudo con asciugamano rigorosamente giù dalla vita per mostrare la perfetta proporzione del corpo lasciando intuire che la proporzione…prosegue anche dove non si vede.
E non può mancare il fotoromanzo: primi piani del bel viso di Garko. Istantanee da scaricare per farne sfondi per il proprio desktop.
Se poi l’”obiettivo” di questo genere di fiction è quello di “far sognare” sono stati sbagliati gli accoppiamenti Garko-partner femminile.

C’è qualcosa da salvare in questa fiction? La colonna sonora. La bambina che interpreta la figlia di Garko. La giovane Cosima Coppola, fatta fuori perché avrebbe tolto la scena all’incapace Laura Torrisi.
Quanto a Giuliana De Sio. E’ un’attrice di mestiere che potrebbe fare di meglio di ‘sta robetta. Certo che..la sua faccia di porcellana è ridicola. Come sono ridicoli gli attori di mestiere chiamati a fare dei mafiosi macchiette.

Di là di qualche nota positiva o non negativa, queste fiction sono inaccettabili. Perché il messaggio complessivo che trasmettono è pericoloso: la vendetta come normalità, l’azione crudele che arriva come liberatoria e quindi approvata da pubblico-spugna cui è rivolto questo genere di prodotto.
Meno grave del messaggio ma non irrilevante, il modo di raccontare i personaggi: i mafiosi-macchiette, il giudice (Alessandra Martines) fuori legge perché follemente innamorata del protagonista del fotoromanzo: Tonio Fortebracci-Gabriel Garko.

Hanno qualcosa in comune la fiction Caruso e l’Onore e il rispetto?
La fiction su Caruso non contiene messaggi inaccettabili e pericolosi (per le menti-spugna) ma è un prodotto mediocre per racconto e interpretazione.
L’Onore e il rispetto contiene invece messaggi da cogliere con attenzione e respingere, ed è un prodotto mediocre nel racconto, nella rappresentazione di macchiette di mafiosi e negli ammiccamenti al pubblico femminile considerato in preda ad attacchi ormonali e sprovvisto di materia cerebrale.
La fiction di Mediaset ha finora raggiunto (e manterrà) la share desiderata. E questo non fa che avallare quanto sopra sostenuto: i messaggi sono stati assorbiti, come speravano Ares e Mediaset.
Gabriel Garko sarà soddisfatto. E pensare che potrebbe fare fiction migliori perché se è vero che non è neppure lontano fratello di Elio Germano, non è così scarso come lo ritiene certo pubblico e certa critica.

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