giovedì 13 settembre 2012

L’uccisione di Ilaria Alpi (giornalista Tg3): verso la riapertura dell’inchiesta


da: Euronews

Caso Alpi, verso la riapertura dell’inchiesta, Grainer: “Le carte ci sono, le istituzioni no”

Pagato da un’autorità italiana per mentire. Ali Rage Hamed detto Gelle dichiarò di avere visto il miliziano somalo Hashi Omar Hassan sparare a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Venne creduto nonostante le incongruenze e Hassan fu condannato a 26 anni di carcere. In due occasioni, negli anni successivi, Gelle ha affermato che il suo fu un depistaggio:

Mariangela Gritta Greiner, Portavoce Associazione Ilaria Alpi
“Se questo teste dicesse che ha dichiarato il falso essendo l’unico testimone d’accusa di Hashi Omar Assan, non ce ne sono altri, si potrebbe riaprire il processo nei confronti di Hashi Omar Assan. E quindi si potrebbe riaprire tutta la questione inerente al duplice omicidio di Mogadiscio. Fare appello a un cittadino somalo, alla sua responsabilità, per tornare in Italia a dire la verità, la dice lunga su quello che non hanno fatto le istituzioni”
E’ scritto in sentenze della magistratura che l’obiettivo era impedire ad Ilaria Alpi di rivelare ciò che aveva scoperto sul traffico d’armi e di rifiuti tossici, in corso in Somalia, in contiguità con la cooperazione italiana e non solo. Una tesi non confermata dall’ultima commissione parlamentare d’inchiesta che ha chiuso, divisa, i lavori nel 2006. Secondo la relazione di maggioranza il duplice omicidio fu un tentativo di sequestro finito male.
Mariangela Gritta Grainer, Portavoce Associazione Ilaria Alpi
“Sulle stragi e su molti omicidi in Italia non si arriva alla verità perché non si vuole arrivare alla verità. Perché spesso si costruiscono carte false, si rovescia la verità e si fa apparire vero ciò che è falso. Si costruiscono depistaggi e la storia di Ilaria Alpi è tutta costellata di questi elementi”.

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