lunedì 17 settembre 2012

Il Buongiorno di Massimo Gramellini


da: La Stampa 

Se il futuro è Fiorito

Le ricevute «terremotate» dei ristoranti. I convegni cervellotici e le commissioni inutili, cioè utili a propiziare viaggi esotici. Addirittura le banconote di un paesino del Frusinate con stampigliato in effigie il profilo extralarge del capobastone del Pdl e lo slogan minaccioso: «Il futuro è Fiorito». Le vicende tristi e grottesche della Regione Lazio ci ricordano come dietro la prima fila della Casta, quella esposta in tv e perciò sottoposta ai lazzi del pubblico pagante, si celi una retrovia mandibolare che gode dei benefici dell’invisibilità.

Osserviamo questo immenso esercito di Fioriti, tutti dipendenti nostri. Dietro i volti noti della politica, che da qualche tempo cercano di improntare i loro comportamenti a una forzosa sobrietà, marcia la schiera dei consiglieri locali, figli di un regionalismo che si è tradotto in una duplicazione di burocrazie e di prebende. E dietro di essi, con le eccezioni del caso, si muove un battaglione ancora più oscuro: gli alti funzionari dei ministeri e degli enti. Invisibili, inamovibili, più potenti dei politici e spesso più voraci. Ogni riforma dello Stato dovrebbe partire dal dimagrimento di questi apparati pubblici che drenano risorse e producono corruzione, intrallazzo, lentocrazia, favoritismi e omertà. Invece noi cittadini-finanziatori siamo così ingenui che ci accontenteremmo di smussare la punta dell’iceberg, rappresentata dai privilegi dei mille parlamentari. Un ben magro premio di consolazione, eppure ci è stato negato anche quello. Perciò adesso chi vuole il mio voto dovrà promettere molto di più. Se il futuro è Fiorito, va seminato daccapo.

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