mercoledì 12 settembre 2012

Fisco: il nuovo redditometro



da: Corriere della Sera 

Così il nuovo redditometro
Il nuovo misuratore pronto entro fine ottobre. I commercialisti: «Rischio che studi di settore diventino strumento di repressione»
di Lorenzo Salvia e Isidoro Trovato

TASSE
Così il nuovo redditometro
Il nuovo misuratore pronto entro fine ottobre. I commercialisti: «Rischio che studi di settore diventino strumento di repressione»
Quella contro l'evasione fiscale «è una guerra» e «mi devo convincere che non siamo soli». Il direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera, parla davanti alla commissione Finanze della Camera. I deputati lo incalzano sulla solita questione, Equitalia, la severità dei controlli. E lui, in Parlamento, è costretto quasi a difendersi: «Da quando sono direttore abbiamo recuperato oltre 40 miliardi di euro di evasione. Sentendo i vostri interventi ho la sensazione che questi soldi li abbiamo presi a cittadini onesti, vessati. Credo non sia questa la realtà». Una guerra, appunto. E il nuovo redditometro è una delle battaglie. «Ci stiamo lavorando, spero a breve» di averlo a disposizione, ha detto ieri Befera. «Preferisco ritardare un po' ma avere uno strumento efficace. Stiamo facendo due forme di redditometro, uno per la selezione preventiva e uno per le attività di controllo ». Un meccanismo in due tempi che darà la possibilità al contribuente di dimostrare la compatibilità delle proprie spese con il reddito dichiarato prima di far scattare gli eventuali controlli.
Ma a quasi un anno dalla presentazione siamo ancora alla sperimentazione. Il redditometro servirà a scovare gli evasori confrontando il reddito dichiarato dal contribuente con il suo tenore di vita, letto attraverso una serie di voci «spia»: non solo la barca o la macchina di lusso, ma anche le spese per la colf, per il cellulare, per l'asilo o l'università dei figli, fino all'abbonamento in palestra, alla parcella del veterinario, alle donazioni alle onlus. In tutto cento indicatori, divisi in sette grandi categorie, che disegnano la capacità di spesa del contribuente e quindi stimano il suo reddito «presunto». Se quel reddito presunto dovesse essere troppo al di sotto di quello dichiarato, il Fisco potrà far scattare i controlli.

Il sistema è stato presentato la prima volta il 25 ottobre scorso. La sperimentazione doveva durare pochi mesi, per essere pronti a giugno. Ma restano ancora alcuni nodi da sciogliere, come il peso da assegnare a ciascuna di quelle cento voci spia e la definizione di quanto il tenore di vita debba essere più basso del reddito dichiarato per far scattare i controlli. Non ci sono soltanto problemi tecnici, però. La questione è anche politica. E c'è anche chi pensa che questo strumento possa essere considerato troppo invasivo. Il timore vero, infatti, è che il redditometro si trasformi in uno studio di settore applicato a 22 milioni di famiglie e 50 milioni di contribuenti. Le spese rilevate nelle categorie- campione avranno un peso nel calcolo del reddito ma a questo verrà aggiunto anche un coefficiente di moltiplicazione in base all'area geografica e al nucleo familiare. In poche parole, il reddito di chi acquista un'auto in una regione dal reddito medio- basso sarà conteggiato con un "peso specifico" superiore rispetto a chi compra la stessa auto in una regione a reddito più alto. E poi ancora bisognerà calcolare il numero dei familiari per un totale di 55 gruppi omogenei che genereranno il calcolo finale.
«Si tratta di un meccanismo concettualmente giusto — afferma Claudio Siciliotti, presidente dei commercialisti — ma c'è un rischio concreto: potenzialmente il redditometro può diventare strumento automatico e assumere valore legale comportando l'inversione dell'onere della prova a carico del contribuente. È vero che Befera, meritoriamente, ha più volte ribadito che questo sarà solo uno strumento che servirà a segnalare i casi più a rischio per far scattare accertamenti più approfonditi. Ma il timore è che in futuro ci possa essere un inasprimento del suo utilizzo. Si tratta di una preoccupazione prospettica legata soprattutto alla presenza dei coefficienti, gli stessi che tanti problemi hanno creato negli studi di settore. Stavolta però non saremmo più in presenza di 5 milioni di partite Iva ma di 50 milioni di contribuenti». Il nuovo redditometro consentirà anche una verifica «fai da te» a posteriori: grazie a un software messo a disposizione dei singoli contribuenti e dei commercialisti, chi vorrà potrà inserire i propri dati (e spese) e verificare se quanto ha intenzione di dichiarare rientrerebbe nei parametri stimati o farebbe accendere un campanello d'allarme al fisco. E magari ritoccare la dichiarazione.

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