martedì 25 settembre 2012

Cielo, ‘The Apprentice’: buona l’idea, ma il montaggio del racconto non è funzionale



Tanto mi sta sulle palle Briatore, tanto mi attira (ahimè) ‘The Apprentice’.


L’idea è originale. Peccato che Briatore che fa il boss manager ha del comico e il montaggio non lo trovo funzionale. Nel senso che, il “taglia cuci” dovrebbe consentire allo spettatore di capire chi ha toppato e perché. Ciò è mostrato in modo parziale da non consentire un’idea generale del comportamento dei singoli all’interno del gruppo. Questo difetto di sviluppo e montaggio non consentono allo spettatore di “sedersi al tavolo” di fronte al boss manager Flavio Briatore per assentire o confutare le sue valutazioni (spesso di “maniera” quindi: dell’organo sessuale maschile).

E’ questo ciò che ritengo un’occasione persa per uno dei rarissimi talent/reality interessanti (l’altro era Unanimous, scempiato da una Maria De Filippi incapace di gestire programmi con meccanismi di altri): lo sviluppo e il montaggio sono tali che il momento finale è solo un assolo di Briatore con lo spettatore pressoché passivo.
Insensato.


P.S: è stato definito talent perché c’è una selezione con un vincitore finale che lavorerà nel gruppo di Briatore, ma si tratta di un reality per il semplice motivo che la selezione delle risorse umane e gli ambienti di lavoro con i relativi meccanismi sono…reality.

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